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2 / 2 utenti hanno trovato utile questo commento13/11/2023Faccio un mea culpa iniziale: inizio la serie del commissario Ricciardi dal numero quarto, perché in libreria avevo questo (ho già risolto prendendo il primo, il prossimo che leggerò). Ho scoperto De Giovanni per una bellissima prefazione a una raccolta di racconti dell'orrore, e qui ho ritrovato la bellissima penna, lo stile e il volersi prendere del tempo per narrare. La figura di Ricciardi viene accompagnata da più protagonisti, a cui è dedicato un capitolo intero o almeno metà, in questo modo si riesce a cogliere un panorama non solo del caso, ma della Napoli del 1931, in un autunno piovoso, accompagnato dalla morte di un bambino orfano, balbuziente e indifeso, con solo un cane come amico, e un angelo accanto... Un racconto molto toccante, con personaggi ben descritti (da don Pietro a Bambinella) e con piccoli sprazzi del passato visti dagli occhi della vittima. Molto consigliatoHai trovato utile questo commento?
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1 / 4 utenti hanno trovato utile questo commento26/12/2020Quando la vittima è un bambino la storia è ancora più triste, fino alla fine sospetti di tutti, ma chi è l'assassino? ConsigliatissimoHai trovato utile questo commento?
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5 / 6 utenti hanno trovato utile questo commento22/03/2019
Una morte triste
Ancora una volta le stagioni, i loro riti e le festività correlate fanno da sfondo a un delitto orribile: un povero orfano, dal triste e misero destino, che ha come unico compagno fedele un cane. Ricciardi indaga e scopre una verità amara.Hai trovato utile questo commento?SI NO | Segnala come inappropriato