Quando nasce Willow, la figlia affetta da "osteogenesi imperfetta" di Charlotte e Sean, i genitori sono devastati dall'idea che la bambina sia destinata a subire centinaia di fratture nel corso della sua vita di sofferenza.
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Mentre la famiglia cerca di raccapezzarsi con le spese mediche, Charlotte pensa di aver trovato la soluzione per lo meno al problema economico: se facesse causa alla ginecologa che non diagnosticò la malattia, dichiarando, a prescindere da quel che pensa realmente, che sapendolo avrebbe interrotto la gravidanza? Si assicurerebbe certo una rendita sufficiente per poter offrire a sua figlia una vita meno ingiusta di quella che sta già vivendo, ma riuscirebbe a sostenere davanti a tutti e soprattutto davanti a Willow che avrebbe certamente abortito? E se la sfortunata ginecologa fosse, poi, la sua più cara amica e la madrina di Willow? Tra etica medica e morale personale, le domande che emergono con prepotenza da questo romanzo, riguardano in realtà tutti noi e le possibili scelte a cui siamo chiamati dagli eventi della vita che ci mettono a dura prova.
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