La musica "ha contribuito, nei secoli, a dar vita alla nazione e alla Volksgemeinschaft (Comunità popolare) tedesca". "Quando la Germania era ancora costituita da un gruppo eterogeneo di staterelli, vescovadi e baronie, la musica corale, in lingua, della liturgia luterana era l'unica forma di espressione che riuscisse ad accomunare i tedeschi.
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Dalla Riforma fino all'Ottocento borghese, la musica entra, attraverso i suoi meno ingombranti pianoforti verticali, in tutte le case borghesi, rendendo abitudine comune l'Hausmusik, il fare musica in casa. La prodigiosa evoluzione formale ed estetica della musica durante il Romanticismo riuscì a far entrare la musica persino nel dibattito filosofico e farla assurgere al rango di musa rivelatrice di realtà superiori. Date queste premesse, l'analisi dei rapporti intercorsi fra musica e politica nella Germania nazionalsocialista significa affrontare coraggiosamente uno dei periodi più interessanti per quel che riguarda il rapporto tra Musica e Potere". L'opera affronta il tema, proponendo un'ampia documentazione dagli anni di Weimar sino alla morte di Hitler. L'A. "ricostruisce la strutturaorganizzativa della Reichsmusikkammer, il ruolo ambiguo della musica jazz, tra rigore ideologico ed esigenze della propaganda, l'utilizzo della radio da parte del regime, il processo di arianizzazione della musica, la marginalizzazione di direttori e compositori nemici del regime e tutta l'attività della propaganda culturale nazista" (recensione di Andrea Cionci, Il giornale dei grandi eventi, n. 71, 29 0ttobre 2009).
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