Quasi quattro anni di furiosi combattimenti su un fronte di oltre 1500 chilometri, 30 milioni di soldati e 8 milioni di caduti, più di tutte le vittime militari della prima guerra mondiale: fu questo il prezzo pagato dall'Armata Rossa per sconfiggere l'esercito di Hitler lanciato alla conquista dell'intera Europa.
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Così, quella che la propaganda nazista aveva definito con toni apertamente razzisti l'"orda rossa", composta da sanguinari semibarbari, divenne - nella contrapposta semplificazione retorica - l'inarrestabile "torrente d'acciaio e d'ardore" che sancì la vittoria nella Grande guerra patriottica, uno dei miti fondativi del culto della personalità di Stalin e dell'ideologia del totalitarismo sovietico. Per ristabilire la verità storica, Catherine Merridale ha scelto come oggetto d'indagine privilegiato non i vertici della nomenklatura politica e militare staliniana, le alte sfere del partito e dell'esercito, ma la sterminata e anonima massa di soldati che sostenne il peso maggiore delle operazioni belliche e che, alla fine, decise le sorti del conflitto. A tale scopo l'autrice si è recata nei luoghi dove si sono svolte le principali battaglie, ha consultato un'enorme mole di documenti d'archivio - fra gli altri, diari e lettere di militari al fronte, rapporti di commissari politici e agenti della polizia segreta, bollettini medici, atti processuali - e intervistato circa duecento veterani russi e di diversi paesi dell'ex Unione Sovietica, vincendone la comprensibile riluttanza a rievocare i ricordi più dolorosi e lesivi del loro onore di soldati. Dalle carte e dalle testimonianze orali emerge un'immagine dell'Armata Rossa dai forti contrasti, molto diversa dallo stereotipo consacrato dalla storiografia e dalle commemorazioni ufficiali, e, per tanti versi, terribilmente umana. Ne facevano parte uomini e donne (reclutate in massa dopo le pesantissime perdite iniziali) assai diversi fra loro per nazionalità, lingua, estrazione sociale, grado di istruzione ed età, che non sempre si identificarono con la causa per cui combattevano, anzi talvolta l'avversarono - accadde per esempio ai membri delle famiglie contadine devastate dalla collettivizzazione forzata -, come dimostrano i dati impressionanti su diserzioni, automutilazioni e fucilazioni.
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