La figura di Cesare come avventuriero è stata variamente abbozzata e accennata dagli studiosi che hanno scritto e narrato di lui.
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Mommsen per esempio l'ha assimilata a quella di "un grande giuocatore" mentre Napoleone, che se ne intendeva, ha attribuito a Cesare la passione per la guerra in quanto "bella occupazione", cioè attività professionale divertente, esaltante e, spesso, meravigliosamente remunerativa per i generali. L'autore pedina l'itinerario di questo eccezionale avventuriero senza sottrargli meriti ma anche senza indulgenze complici e reverenziali, per concludere nel riconoscimento di una personalità straordinaria, carica di quel fascino speciale.
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