La storia di una ragazza di buona famiglia, bella e adorata dalla madre, che per essere all'altezza delle aspettative materne si impone una soglia di perfezione quasi irraggiungibile. Mai abbastanza brava, mai abbastanza in carriera, e soprattutto mai abbastanza magra.
[...]
Di qui l'ossessione della bilancia, il rapporto di amore-odio con il cibo, e finalmente la scoperta che per far quadrare i conti basta un semplice accorgimento: vomitare. Camille arriva a compromettere il lavoro e la vita sociale, ma soprattutto a rischiare la vita, finché per fortuna qualcosa la salva: l'intelligenza, l'amore di un ragazzo, l'esperienza di uno psichiatra. Raccontata come un romanzo, è però una storia vera, e fa capire la spirale perversa della bulimia-anoressia.
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