Tre autorevoli esponenti della sinistra italiana difendono qui la necessità della nonviolenza come baluardo contro la barbarie globale, come unica opzione in grado di promuovere un cambiamento reale.
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Bertinotti invita la sinistra a dichiararsi chiaramente nonviolenta, nella convinzione che la critica al capitalismo possa prendere corpo solo all'interno di una visione pacifica dei rapporti umani; Menapace individua nei movimenti operaio e femminista i germi delle pratiche e del pensiero nonviolenti di oggi, proponendo che queste idee trovino spazio adeguato nelle leggi europee; Revelli denuncia i momenti più violenti nella storia delle ideologie rivoluzionarie, spiegando perché la nonviolenza sia oggi a pieno titolo fra i principi basilari della sinistra.
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