Questo testo, pubblicato per la prima volta nel 1996, è una piccola e condensata enciclopedia sui Maya e contiene la storia della scoperta dell'esistenza di questa civiltà precolombiana.
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I due autori traggono alcune conclusioni dalla decodificazione dei reperti arrivati fino a noi della civiltà maya, una civiltà che aveva una grande dimestichezza con l'osservazione del cielo e possedeva quindi una notevole cultura astronomica. Secondo Gilbert e Cotterell, infatti, per i Maya la nascita e il declino delle ere del mondo e delle civiltà coincidono con i cicli delle macchie solari; una riduzione dell'attività delle macchie solari avrebbe causato una diminuzione della fertilità nel popolo maya determinandone la scomparsa; le antiche civiltà dell'America precolombiana sarebbero state fondate dagli antichi egizi e dai sopravvissuti alla scomparsa di Atlantide. Secondo i Maya ci furono cinque Ere cosmiche, corrispondenti ad altrettante civiltà. Le precedenti quattro Ere (dell'Acqua, Aria, Fuoco e Terra) sarebbero tutte terminate con degli immani sconvolgimenti ambientali. La prima civiltà sarebbe stata quella di Atlantide. A conferma di questa ipotesi nel Popol Vuh dei Maya Quiché, si legge: "un diluvio fu suscitato dal Cuore del Cielo... una pesante resina cadde dal cielo.. la faccia della terra si oscurò, e una nera pioggia cadde su di essa, notte e giorno". Secondo il calendario Maya, l'attuale Età dell'Oro (la quinta, governata dal dio Quetzalcoatl) terminerà nel 2012. Per i due ricercatori i cataclismi che avrebbero caratterizzato la fine delle Ere Maya furono causati da una inversione del campo magnetico terrestre, dovuto ad uno spostamento dell'asse del pianeta. La terra infatti subirebbe periodicamente una variazione dell'inclinazione assiale rispetto al piano dell'ellittica del sistema solare. Ciò provocherebbe scenari apocalittici, descritti dallo storico Immanuel Velikvosky nel suo libro "Earth in Upheaval".