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  • 3 / 3 utenti hanno trovato utile questo commento

    Daniele Di Ceglie

    21/02/2024   

    Un libro che andrebbe riscoperto, non tanto per il valore letterario, forse non eccelso, ma per il tragico realismo con cui descrive dapprima gli orrori della prima guerra mondiale e poi quelli del nazismo. “Di colpo non ci fu più Europa” è la sintesi efficace che indica una delle più drammatiche fratture della storia “…i confini erano sbarrati e dappertutto scorreva sangue” (pag. 134). “Non si può descrivere il delirio a parole” è l’amara conclusione del racconto della battaglia (pag. 146). Della sua descrizione del nazismo colpisce soprattutto la narrazione dell’ascesa di Hitler (peraltro sempre indicato col le sole iniziali A.H. o solo H.) grazie al forza attrattiva che i suoi comizi avevano sulla folla: “Settanta milioni di uomini non hanno resistito” (pag. 199). Persino il protagonista del romanzo ne è, suo malgrado, affascinato sebbene, come medico, egli avesse curato A.H. nel 1918 e ne conoscesse le debolezze (è questa la finzione narrativa su cui è costruito il romanzo). E per descrivere il fascino che le parole di A.H. hanno su di lui usa un’immagine forte e decisamente inaspettata: si sente come una donna che cede alle voglie di uomo. Un romanzo che è un lungo viaggio che inizia nella Baviera quasi bucolica di prima del 1914 e accompagna il lettore nelle successive vicende tragiche.
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