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L'ignoranza

Kundera, Milan

Adelphi <casa editrice> 2001

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Un uomo e una donna si incontrano per caso mentre tornano al loro paese natale, che hanno abbandonato vent'anni prima scegliendo la via dell'esilio. Riusciranno a riannodare i fili di una strana storia d'amore, appena iniziata e subito inghiottita dalla palude stigia della storia? Il fatto è che dopo una così lunga assenza "i loro ricordi non si assomigliano". [...]
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  • 3 / 3 utenti hanno trovato utile questo commento

    Cesarina Evangelista

    22/07/2024
      

    Il destino dell'esule

    Un libro sulla nostalgia degli esuli. “Ignoranza”, dal verbo spagnolo “anorar”, “enyorar” in catalano, è il sostantivo di chi prova nostalgia, a sua volta parola proveniente dal greco ed indicante la “sofferenza del ritorno”, il rimpianto del paese natio … la “saudate” portoghese, “homesickness” in inglese. Irene torna a Praga da cui era andata via 20 anni prima dopo l’avvento del comunismo, più per la scelta fatta dal marito che per sua volontà. Esule in Francia, straniera quando torna in patria dopo la caduta del muro. Significativo l’episodio in cui lei si trova con le amiche di un tempo e offre una bottiglia di vino francese, ma le amiche snobbano il gesto preferendo bere birra. Rifiutando il vino, le amiche hanno rifiutato lei, percepita come straniera e forse traditrice della patria. C’è un forte senso di estraneità, è il destino dell’esule che, dopo aver agognato il ritorno in patria, quando ciò avviene, trova tutto cambiato e soprattutto nessuno sembra essere interessato alla sua vita da esule. In vent’anni quante cose sono cambiate! Il credo comunista non risponde più ad alcun bisogno dei praghesi, essi si stanno adeguando ad accogliere il ritorno indolore del capitalismo, il patriottismo è sbiadito, morire per il proprio paese non ha più senso. E’ difficile istaurare una conversazione sul presente. Del passato ognuno conserva ricordi differenti a seconda dell’intensità con cui li ha vissuti. Così è per Irene e per Josef. Anche lui, esule in Danimarca, ritorna a Praga, più per una promessa fatta alla moglie scomparsa che per sua convinzione. Anche lui si sente straniero in patria e condivide le stesse sensazioni con Irene incontrata per caso nel viaggio di ritorno. Per lui però Irene è un’estranea, non ricorda nulla della loro adolescenza di cui lei, innamorata di lui, conserva ancora un ricordo bruciante. L’intesa fra i due è però forte, accomunati dagli stessi sentimenti di esuli tornati in patria, anche se, dopo una notte di amore, Josef torna in Danimarca, dove è la sua vita. Il romanzo è struggente, la nostalgia come infelicità. L’esule per eccellenza è Ulisse che torna a Itaca dopo tanti anni e tante esperienze. Ma sente davvero di appartenere ancora alla sua patria oppure la vita vissuta altrove lo ha cambiato? E Penelope, che lo ha caparbiamente aspettato, nutre gli stessi sentimenti di un tempo?
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  • 0 / 2 utenti hanno trovato utile questo commento
    16/02/2019
      

    In realtà sarebbero 3 stelline e mezzo. Certo non è all'altezza di altri libri di Kundera, ma K resta sempre un grande scrittore, anche quando cede un po'. Del resto, come spesso accade, credo ormai sia vittima dell'"obbligo di produzione"...
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