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Voci riemerse dall’abisso.  La narrazione femminile dei lager nazisti

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Voci riemerse dall’abisso. La narrazione femminile dei lager nazisti

25 - 30 gennaio 2021

Bibliografia Giorno della Memoria

La lettura e l’analisi della deportazione, in una prospettiva di genere, ci offre la possibilità di comprendere le caratteristiche peculiari del vissuto femminile dal punto di vista storico e memoriale. Ci sono infatti molti tratti comuni che possiamo evincere dalle scritture delle donne sull’esperienza concentrazionaria. Una di queste è il desiderio di testimoniare. Per molte donne la scrittura ha una funzione catartica, un modo per salvare uno spazio per sé, ma esprime anche la necessità di lasciare alle future generazioni una narrazione che metta in guardia contro il ripetersi della tragedia. La struttura del racconto è inoltre quasi sempre identica: dall’arresto all’arrivo al campo, si può quindi definire come una sorta di “memoria collettiva” declinata al femminile, dove il vissuto raccontato ha la caratteristica di essere molto dettagliato per farne comprendere la specificità. Un modo per comunicare al lettore che, anche nell’esperienza estrema, si rimane un essere umano che vive le sofferenze ma anche le piccole gioie quotidiane. Settimia Spizzichino nelle sue memorie racconta delle sue compagne di prigionia, dello scambio di pensieri, desideri, speranze, di cosa avrebbero mangiato al ritorno a casa…Un altro aspetto delle memorie peculiarmente femminile è la censura nella narrazione per vergogna e pudore. Si è parlato poco delle forme di violenza sessuale nei campi di concentramento: anche se i casi di stupro delle donne ebree da parte delle SS erano rari perché vietate dalle leggi razziali e perché le SS avevano ampia disponibilità di prostitute, le donne venivano violentate dai funzionari di ranghi inferiori e incoraggiate a prostituirsi per avere in cambio qualcosa da mangiare o essere esonerate da una selezione che le avrebbe inevitabilmente portate alla morte. La sessualità è stata dunque, per molte donne, utilizzata come strumento di sopravvivenza. Judith Magyar Isaacson, sopravvissuta ad Auschwitz, mette in luce  quanto le donne nei campi di concentramento temessero di essere stuprate sia dai nazisti che dalle truppe di liberazione sovietiche. Lo straniamento operato dalla guerra e dalla deportazione sulle donne attraverso la violenza sui loro corpi ha richiesto l’analisi specifica di temi quali la violenza sessuale, la maternità, la paura della sterilizzazione, i crimini legati alla gravidanza e al parto, il ciclo mestruale, l’amenorrea. Non dimentichiamo, inoltre, che molte di loro di ritorno a casa furono incolpate dalla famiglia  di essersi prostituite per scelta. Solo studi relativamente recenti hanno messo a fuoco questi temi per molti anni ignorati e sottovalutati.

La Memoria ha da sempre una relazione ambivalente e conflittuale con la Storia: in particolare quando si tratta di memoria di condizioni “estreme” come la guerra e la deportazione: la memoria è verità oppure deve essere analizzata con attenzione dall’occhio dello storico? Leggere la memoria delle donne in un’ottica di valutazione storica richiede anche di indagare le omissioni, i silenzi e le negazioni. Impone la conoscenza approfondita di una realtà che ha imposto alle donne strategie di resistenza per sopravvivere “di fronte all’estremo” .

La Storia ha dunque bisogno della Memoria e viceversa: il lavoro di ricerca richiede molto più che la notizia “tout-court” e nel caso delle donne vuol dire anche interrogarsi sulle omissioni di verità storiche sepolte e far riaffiorare i vissuti narrati.

Oggi, grazie alla pubblicazione di racconti, memorie, diari, lettere e frammenti possiamo leggere le storie dei vissuti di perseguitate ebree, politiche, testimoni di Geova, lesbiche, rom, sinti e restituire loro voce e visibilità, per non dimenticare l’orrore indicibile e l’abisso, ma anche i fiori della sorellanza germogliati nei lager.

 

Fonti:

“Oltre la persecuzione. Donne, ebraismo, memoria”, a cura di Roberta Ascarelli, Roma, Carocci, 2004

“Gli anni rubati”, Settimia Spizzichino, Isa di Nepi Olper, Comune di Cava de’ Tirreni, 2001

“Di fronte all’estremo” Tzvetan Todorov, trad. E. Klersy Imberciadori, Milano, Garzanti, 2011

 

 

Bibliografia tematica di documenti presenti presso la Biblioteca Europea al link:

https://www.bibliotechediroma.it/opac/page/list/giorno-della-memoria-2021/651651235128

 

 

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