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Viaggiare senza preoccuparsi dei bagagli

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Viaggiare senza preoccuparsi dei bagagli

27 gennaio - 2 febbraio 2021

Rubrica di approfondimento

Cari lettori, nella nostra rubrica "Viaggiare senza preoccuparsi dei bagagli" vi suggeriamo autori che, con i loro racconti, ci portanto in mondi lontani, come Chatwin e Terzani proposti nelle scorse settimane.

Oggi però  ci occuperemo di un altro viaggio. Un viaggio per il quale non fu possibile preoccuparsi di cosa portare con sé o di ciò che si sarebbe dovuto lasciare: la casa, i mobili, gli oggetti cari, i libri, gli amici, i compagni di scuola, la propria attività che magari rappresentava il duro lavoro di tutta una vita. In effetti non fu un viaggio quello che si trovarono a dover affrontare migliaia e migliaia di ebrei, fu una fuga. Furono costretti a fuggire, senza la certezza di arrivare in un porto sicuro, verso un altrove ignoto nel quale non sapevano se sarebbero stati accolti o rispediti indietro dove il loro destino era segnato. Per i nazisti gli ebrei erano un problema al quale era necessario trovare una soluzione "la soluzione finale" ovvero l'uccisione sistematica e di massa dell'intera popolazione ebraica europea. Fu data la caccia a tutti gli ebrei residenti nei territori occupati dalla Germania e, con l'aiuto di collaborazionisti locali, anche a quelli francesi, italiani, greci, olandesi e dei paesi dell'Est. I dirigenti delle potenze occidentali in guerra col Terzo Reich, pur sapendo dello sterminio in corso, non lo ritennero una priorità per cui intervenire e non si mostrarono favorevoli all'accoglienza delle migliaia di profughi in cerca di asilo. La gente comune, nei diversi Stati, intuiva, vedeva, ma faceva finta di non vedere e di non capire, per paura, per indifferenza, o per adeguamento a tutto ciò che veniva presentato come "normale" dall’incessante propaganda nazista contro gli ebrei. Ci furono però degli uomini che, a rischio della propria vita, fecero il possibile per salvare dalla morte migliaia di persone. Il libro che vi proponiamo oggi racconta di alcuni di loro.

- I giusti di Jan Brokken - Iperborea, 2020

1940, l'Europa è travolta dall'avanzata di Hitler. Ondate di ebrei cechi e polacchi cercano rifugio in Lituania, l'unico Paese della regione che accoglie ancora i profughi - ma è funestamente conteso tra il Reich e l'Unione Sovietica. Nel clima di crescente precarietà l'olandese Jan Zwartendijk, direttore della filiale lituana della Philips e nuovo console onorario a Kaunas, riesce ad aprire agli ebrei un'ultima, insperata via di fuga dall'Europa nazista. In una febbrile lotta contro il tempo, operando da solo e di nascosto da tutti, Zwartendijk giorno e notte per tre settimane rilasciando visti per Curaçao, nelle Indie olandesi, mentre il collega Sugihara, console giapponese, firma i visti di transito per il Giappone. Senza conoscersi né incontrarsi mai, uniti dall'imperativo morale di agire, i due diplomatici danno così inizio a una straordinaria impresa clandestina che salverà migliaia di vite, ma rimarrà a lungo ignota.
Rintracciando fonti e testimonianze in giro per il mondo, accompagnato dai ricordi dei tre figli di Zwartendijk, Jan Brokken ricostruisce la storia dell'«Angelo di Curaçao», come lo chiamavano i profughi, che solo dopo la morte è stato riconosciuto tra i Giusti fra le Nazioni. E restituendo un volto alle masse erranti, segue in presa diretta l'odissea di intere famiglie che grazie a quel visto percorrono la Transiberiana, raggiungono Kōbe e trovano rifugio nell'enorme ghetto della cosmopolita Shanghai. "I giusti" è un affresco storico e umano, un mosaico di vite, luoghi ed eventi in cui la realtà assume naturalmente tinte epiche e romanzesche, ma soprattutto una lezione sul coraggio e sulla responsabilità del singolo di fronte a un mondo e a un'umanità in macerie. In una sinfonia di ricordi, documenti e frammenti di vita, Jan Brokken compone con magistrale equilibrio il ritratto di un eroe dimenticato dalla Storia che, al pari di Oskar Schindler, Raoul Wallenberg e Giorgio Perlasca, ha trovato il coraggio di opporsi alla brutalità del Nazismo.

Jan Brokken (Leida, 10 giugno 1949) è uno scrittore e viaggiatore olandese, noto per la capacità di raccontare le vite di personaggi fuori dal comune e i grandi protagonisti del mondo letterario e musicale, ha pubblicato numerosi libri che la stampa ha avvicinato a Graham Greene e Bruce Chatwin, come Jungle Rudy, il suo primo successo internazionale, Nella casa del pianista, sulla vita di Youri Egorov, Il giardino dei cosacchi, sul periodo siberiano di Dostoevskij, Anime baltiche, viaggio in un cruciale ma dimenticato pezzo d’Europa, Bagliori a San Pietroburgo, dedicato alla grande città della musica e della poesia russa, e I Giusti, reportage sull'operazione di salvataggio del 1940 che coinvolse più di ottomila ebrei.

Giusti tra le nazioni

Il termine Giusti tra le nazioni è stato utilizzato, dopo la seconda guerra mondiale, per indicare i non-ebrei che hanno agito in modo eroico a rischio della propria vita e senza interesse personale per salvare anche un solo ebreo dal genocidio nazista della Shoah. È inoltre una onorificenza conferita dal Memoriale Nazionale ebraico dell'Olocausto, Yad Vashem - fin dal 1962, a tutti i non ebrei riconosciuti come "Giusti".

Yad Vashem

Yad Vashem è l'Ente nazionale per la Memoria della Shoah di Gerusalemme, istituito per «documentare e tramandare la storia del popolo ebraico durante la Shoah preservando la memoria di ognuna delle sei milioni di vittime», nonché per ricordare e celebrare i non ebrei di diverse nazioni che rischiarono le loro vite per aiutare gli ebrei durante la Shoah e certificati fino al 1º gennaio 2019 in 27.362 persone. Fondato nel 1953 oltre al Museo ospita aree espositive, come il Giardino dei Giusti e la Valle delle Comunità perdute, una biblioteca e un archivio fornitissimi. 

Moshe Bejski, salvato da Oskar Schindler, è stato il promotore del primo Giardino dei Giusti e ha dedicato la sua vita a ricercare nel mondo i Giusti tra le nazioni. La commemorazione fino agli anni novanta era effettuata piantando alberi in onore dei Giusti tra le nazioni. Oggi, non essendoci più spazio per le piantumazioni, è stato costruito nel giardino il Muro d'Onore su cui ne vengono scolpiti i nomi. In seguito sono stati creati molti giardini dei Giusti in Italia e nel mondo.

Su biblotu puoi trovare:

- L'impostore, di Giorgio Perlasca - Il Mulino, 2007

La banalità del bene: storia di Giorgio Perlasca di Enrico Deaglio - Feltrinelli 1993

Video Mixer dedica una puntata a Giorgio Perlasca

La lista di Schindler di Keneally Thomas - Frassinelli, 2013

Video Oskar Schindler l'uomo che salvò 1200 ebrei

Sul tema della memoria vogliamo suggerirvi anche un libro la cui autrice sostiene che sovranismo, razzismo e populismo proliferano nelle nazioni più "smemorate" quei Paesi che, dopo la seconda guerra mondiale,  non si sono impegnati in un serio ripensamento della loro storia.

I senza memoria: storia di una famiglia europea di Géraldine Schwarz - Einaudi, 2019

Nel 1938, Karl Schwarz, nonno paterno dell'autrice, approfittando delle leggi razziali naziste, rileva per pochi soldi la piccola azienda di un imprenditore ebreo, Julius Löbmann, e dopo la guerra per molto tempo rifiuta di pagargli il giusto risarcimento. È da questo episodio, taciuto e rimosso dai discorsi familiari, che prende l'avvio I senza memoria, un'indagine appassionante e dolorosa sulle responsabilità individuali e sulle amnesie collettive legate ai paesi governati da regimi totalitari fascisti nell'Europa del XX secolo. Solo la consapevole elaborazione del passato e l'ininterrotto lavoro sulla memoria, sostiene Géraldine Schwarz, potranno impedire il ripetersi delle tragedie che hanno funestato la vita di milioni di persone.

Sfoglia le prime pagine

Géraldine Schwarz è nata a Strasburgo nel 1974, da una famiglia franco-tedesca. È stata per molti anni l'inviata in Germania dell'Agence France-Press e scrive per numerosi organi di stampa internazionali. Attualmente vive a Berlino. Per Einaudi ha pubblicato nel 2019 I senza memoria (insignito nel 2018 del Prix du livre européen).

Con il termine Shoah si indica la distruzione degli Ebrei d'Europa (circa 6 milioni di persone) ma i nazisti sterminarono anche gli oppositori politici, i rom e i santi, gli omosessuali, le prostitute, gli handicappati, i Testimoni di Geova, circa 20 milioni di persone.

Visita il sito della collezione delle interviste in italiano dello USC Shoah Foundation The Institute for Visual History and Education, conservate presso l’Archivio Centrale dello Stato in Roma: Ti racconto una storia: voci dalla shoah

Cari lettori a mercoledì prossimo.

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