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Una lunga nuotata di Chiara Rossi
Incontro con l'autrice finalista del Premio Cendic Segesta 2018
La presentazione si inserisce nella Rassegna “Incontro con i finalisti del Premio Cendic Segesta 2018
Intervengono Maria Letizia Compatangelo, drammaturga e presidente Cendic, Violetta Chiarini, autrice e attrice
Coordina Rosario Galli
Letture a cura di Eleonora Ivone
Giuditta Sole Calosso, Maria Grazia La Ferla, Beatrice Lombardo e Marika Auletta della scuola Action PRO diretta da Angelo Longoni e Valerio Morigi leggeranno alcune scene del testo.
Un anno prima della sua morte, nel 1986, l’Ente israeliano per la Memoria della Shoah insignì del riconoscimento di Giusto tra le nazioni Chiune Sugihara, unico giapponese ad avere il suo nome inciso nel Giardino dei Giusti del museo Yad Vashem di Gerusalemme, per aver rilasciato, nel 1940 (disobbedendo agli ordini di Tokyo), visti di transito per migliaia di Ebrei Lituani in fuga dalla Polonia e da altri paesi dell’Europa orientale durante l’occupazione nazista.Da questo spunto, che si staglia sullo sfondo, nasce la pièce teatrale, in cui, a partire dalla figura di Lucio, mai presente in scena, si intrecciano le storie di Dalya, Lucilla e Metella, inconsapevolmente legate da un destino comune, che inciderà per sempre sui loro reciproci rapporti. Dalla lunga nuotata - quale è stata la vita della protagonista - si evince che ogni esistenza influisce sull’altra, e che, al di là di allusioni, illusioni e delusioni, esiste una quinta stagione: quella che appartiene alla scelta di viverla, come ognuno di noi la crea. Nella vita di Dalya, felicità, sofferenza e amore sono accaduti per grazia, avendo potuto scegliere le diramazioni in cui incamminarsi, sarà per questo che “Alla soglia degli ottant’anni, mi sveglio e mi scopro allegra”, afferma nel monologo finale, e che “Più viva di così non sarò mai”.
Chiara Rossi
Lombarda di nascita, ligure di adozione, laureata in Esperto nei processi formativi e in Scienze dell'Educazione degli Adulti e della Formazione continua, è giornalista pubblicista. Le esperienze professionali sono legate a progetti editoriali e di comunicazione (anche in ambienti no profit), oltre che di consulenza e coaching, nell’ambito della redazione di tesi di laurea in Scienze umane e psico-sociali e writing coaching. Appassionata di scrittura (drammaturgica, cinematografica e narrativa), arti visive, viaggi e musica (nonché di molte altre cose), crede fermamente nel long life learning e nell’utilità dell’Inutile, ossia dei saperi che, pur non producendo guadagno, migliorano l’Uomo. È iscritta al Centro Nazionale di Drammaturgia Italiana Contemporanea (CENDIC), Roma; alla Società Italiana Autori Drammatici (SIAD), Roma; alla Federazione Unitaria Italiana Scrittori (FUIS), Roma; alla Federazione Italiana dei Cineclub (FEDIC) e alla SIAE, sezione DOR (opere drammatiche e radiotelevisive). Fa parte, inoltre, della comunità di autori di www.dramma.it e www.autoriexpo.it (siti nei quali sono pubblicati anche riconoscimenti e pubblicazioni) e membro di SCRIBIOMEMO (gli Scribi di Memoria).
Premio di drammaturgia Cendic Segesta
Dopo la premiazione, lo scorso dicembre, del primo classificato Marco Schiavon con “Il colore della forma”, saranno presentati nell’ambito della Rassegna “Incontro con i finalisti del Premio Cendic Segesta”, realizzata a cura del Cendic con la collaborazione di Biblioteche di Roma e Action Pro, i testi: La tana dell'orso, di Marco Pernich, l’8 maggio alle ore 17,00 alla Casa delle Traduzioni; Il Filo, di Maria Chiara Piazza, il 10 maggio alle ore 17,00 alla Biblioteca Marconi; Una lunga nuotata, di Chiara Rossi, il 17 maggio alle ore 17,00 al Caffè Letterario; Volubilis, di Angela Villa, il 24 maggio alla Biblioteca Mandela alle ore 17,30.
“Quest’anno, per la prima volta – dichiara la Presidente Cendic Maria Letizia Compatangelo - il Premio Cendic Segesta è stato a tema libero. Una sfida importante - perché noi i testi li leggiamo tutti, dal primo all’ultimo - che si è tradotta nell’arrivo di 109 copioni, a cui hanno risposto ben 35 soci giurati del Cendic: drammaturghi che si sono messi al servizio del Premio per selezionare i cinque testi finalisti da sottoporre alla giuria tecnica, pur sapendo di non poter votare per la propria opera. Il fatto che tra queste 35 persone generose ci siano tre finalisti e il vincitore del Premio 2018 mi rende particolarmente felice. Una caratteristica fondamentale del Premio è infatti l’anonimato assoluto, garantito dal notaio Maria Borsellino D’Angelo. In questo siamo gli unici in Italia. Nessuno, sia della giuria dei drammaturghi, sia della giuria tecnica, sia io come Presidente del Premio, conosce il nome del vincitore e nemmeno quello dei finalisti, fino a quando la giuria tecnica non ha designato il testo vincitore: solo allora il Notaio apre i files numerati collegati ai rispettivi testi”.
La partecipazione al Premio Cendic Segesta è rigorosamente gratuita, consiste nell'allestimento e nella rappresentazione dell'opera vincitrice, nel 2019, a Segesta, Locri e Roma, a cura del Centro Teatrale Meridionale, e nella Rassegna dei testi finalisti, che ha luogo nel 2019 presso le Biblioteche di Roma.
