La ricomposizione di una famiglia o la sua progressiva disgregazione: il film si muove fra questi due poli, interrogandosi ad ogni nuovo passaggio sull'idea di appartenenza, sui legami di sangue e sulla scelta degli affetti.

La famiglia, la nonna, due figlie adulte, il marito di una delle due e un bambino, è un nucleo unito e inscindibile.

Vivono tutti stipati ma sereni in una minuscola abitazione, che forse occupano abusivamente, circondati da oggetti, vestiti e ciarpame vario, mangiando il cibo che il padre e il figlio rubano nei supermercati.

Sono una famiglia di piccoli ladri, ed in più la nonna percepisce ancora la pensione del marito morto, la madre ha un lavoro part-time che a un certo punto perde, la sorella minore si esibisce come ragazza in vetrina ed padre ogni tanto lavora nei cantieri ma il più del tempo lo passa escogitando col figlio vari modi per metter su il pranzo e la cena.

Di ritorno da un nuovo piccolo furto in un supermercato, Osamu e suo figlio raccolgono per strada una bambina, che sembra abbandonata a se stessa. Dapprima riluttante all'idea di ospitare la piccina per la notte, la moglie di Osamu poi accetta di occuparsi di lei, quando scopre che i suoi genitori la maltrattano. Nonostante la loro povertà e vivendo di espedienti e piccoli furti per incrementare il loro magro salario, i membri di questa famiglia sembrano vivere felici.

L’arrivo della nuova bambina è un’occasione felice per donare amore e calore, niente di più.

Seppur in una situazione precaria e con la mancanza di legami di sangue, la piccola ritrova la felicità nel nuovo ambiente familiare.

Ma un incidente fa emergere un terribile segreto.

Un affare di famiglia non è un film su personaggi memorabili, ma sulla potenza della condivisione, sul quel filo rosso che lega le solitudini.

 

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(inserita 11/3/21)