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San Lorenzo mon amour

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San Lorenzo mon amour

4 - 17 giugno 2021

Rubrica sul territorio

Per la rubrica “San Lorenzo mon amour” oggi parliamo del Verano, il bellissimo cimitero monumentale esteso tra la Via e la Circonvallazione Tiburtina e nato a inizio Ottocento, a seguito dell’introduzione nel Regno d’Italia delle normative cimiteriali napoleoniche. Oggi il Verano è posto sotto la tutela della Soprintendenza capitolina ai beni culturali (che svolge attività di approvazione dei progetti di restauro, manutenzione sulle proprietà comunali, catalogazione scientifica dei manufatti funerari e valorizzazione del patrimonio) e costituisce un vero e proprio museo all’aperto, annoverando al suo interno numerose e rilevanti testimonianze della storia culturale, artistica e architettonica dalla metà dell’Ottocento fino a tutto il Novecento.

L’Editto di Saint Cloud del 1804, che imponeva di collocare le sepolture in spazi esterni alle città, principalmente per motivi igienico-sanitari, fu esteso dal 1806 ai territori italiani occupati e nel 1811, su progetto dell’architetto Giuseppe Valadier, iniziarono i lavori del primo nucleo della nuova area cimiteriale. Il camposanto sorse sull’ager verani, il cui toponimo era legato agli antichi proprietari, la famiglia dei Verani, gens senatoria della Roma repubblicana. L’agro verano si presentava come un vasto terreno irregolare che nascondeva nel sottosuolo le antiche catacombe di Ciriaca, diventando quindi il luogo di un collegamento ideale tra il passato e il futuro.

Con la Restaurazione si tornò a seppellire i defunti nelle chiese e i lavori, interrotti per diverso tempo, ripresero solo negli Anni Trenta, sotto il pontificato di Gregorio XVI. Il nuovo  cimitero prese forma soprattutto grazie agli interventi realizzati sotto la guida dell’architetto Virginio Vespignani che realizzò il Quadriportico, suddiviso in quattro riquadri con ordinate tombe a pozzo, edificò l’ingresso monumentale (ultimato dopo la morte dell’architetto), sostituì l’antica cappella lignea del Valadier con la chiesa in muratura di Santa Maria della Misericordia e avviò la sistemazione del Pincetto e della Rupe Caracciolo. Tra la metà dell’Ottocento e i primi anni del Novecento la popolazione cittadina crebbe, passando da circa 150.000 a 500.000 abitanti, con conseguente aumento della mortalità: ciò portò ad un ampliamento della superficie cimiteriale, con l’acquisto dei terreni limitrofi, e alla costruzione di nuove aree e di nuovi edifici funzionali, quali i reparti israelitico e acattolico, il forno crematorio in stile egizio, la sala incisoria e il serbatoio idrico dell’Acqua Marcia. Dopo la Grande Guerra, sorsero i riquadri dedicati ai caduti e nel 1928 fu edificato il Sagrario Militare per i caduti di tutte le guerre. Il 19 luglio 1943, a seguito dei bombardamenti che coinvolsero il quartiere di San Lorenzo, il cimitero riportò danni notevoli in varie aree e in particolar modo nel Quadriportico, che fu ricostruito nel 1947. Nel dopoguerra, con l’area dell’Ampliamento, il cimitero ha raggiunto la sua conformazione definitiva. Per i più curiosi che, oltre a concedersi una passeggiata all’interno di questo luogo meraviglioso, vogliono anche saperne qualcosa in più, segnaliamo il Centro di Documentazione dei Cimiteri Storici, accessibile su richiesta, che persegue l’obiettivo di documentare, l’enorme patrimonio storico-artistico del Verano e la storia del bombardamento di San Lorenzo nel 1943, attraverso l’attività di catalogazione e l’organizzazione di eventi scientifici e divulgativi.

Dandovi appuntamento tra due venerdì per il prossimo approfondimento, vi invitiamo a sfogliare la nostra selezione di libri e risorse sul quartiere disponibili nelle Biblioteche di Roma, cliccando QUI.

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