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Robert Carsen in The Beggar’s Opera L’opera Del Mendicante

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luglio

Robert Carsen in The Beggar’s Opera L’opera Del Mendicante

6 - 8 luglio 2018

Festival dei Due Mondi Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti

Piuttosto che un’opera di per sé, The Beggar’s Opera è una pièce teatrale inframezzata da una sessantina di ballate e melodie, "successi" dell’epoca, alcuni dei quali scritti da famosi compositori come Purcell e Händel. Nell’interpretare questo racconto che, in modo non meno efficace de I Miserabili, tratta di avidità capitalista e disuguaglianza sociale, questa produzione, diretta da Robert Carsen, diviene l’occasione per riscoprire il testo satirico di John Gay e la talentuosa capacità d’improvvisazione dei musicisti di Les Arts Florissants in grado di far rivivere la partitura musicale a ogni rappresentazione, imprimendo il proprio stile, così come accade nella interpretazione jazzistica dei brani musicali.

Scritta da John Gay nel 1728, The Beggar’s Opera è ampiamente riconosciuta come la prima commedia musicale della storia, oltre ad aver precorso i tempi di circa 300 anni rispetto all’attuale moda delle produzioni "jukebox", che si basano su trame costruite intorno a brani musicali di successo. Gay infatti fece proprie alcune delle melodie più famose del suo tempo, sia classiche che popolari, e le trasformò in un racconto violentemente satirico ambientato tra ladri, protettori e prostitute di Londra. L’opera riscosse grande successo fin dalla sua prima rappresentazione nel 1728, e da allora è stata oggetto di innumerevoli adattamenti teatrali, musicali e cinematografici. Esplora un mondo cinico in cui l’avidità capitalista, il crimine e la disuguaglianza sociale sono all’ordine del giorno. Tutti i politici e i funzionari descritti nella storia sono, per definizione, corrotti, e per tirare avanti a loro non resta altro che essere conniventi.
Suona familiare? In effetti non è cambiato molto da quando l’opera ha debuttato, e ancora oggi i temi de L’opera del mendicante sono quelli che continuano ad imperversare, ossessivi, nella televisione e nel cinema. In questa produzione speriamo di emulare il mood trasgressivo e l’energia senza fine dell’originale. Proprio come fa dire Gay a uno dei suoi personaggi all’inizio del terzo atto, con un’osservazione affilata come un rasoio: "I leoni, i lupi e gli avvoltoi non vivono insieme in orde o greggi. Di tutti gli animali da preda, soltanto l’uomo è socievole. Ognuno di noi caccia il suo vicino, eppure viviamo insieme".
Robert Carsen
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