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BILLonline - Per questo mi chiamo Giovanni
Il Maggio dei Libri
Luigi Garlando, Per questo mi chiamo Giovanni, Rizzoli 2016
TRAMA
Protagonista del romanzo è Giovanni, un bambino che vive a Palermo. Nella sua scuola c'è un ragazzino di nome Toni che si comporta da bullo e semina il terrore tra i compagni. Giovanni ne parla con il padre e lui, per aiutarlo, decide di fargli un regalo speciale: in occasione del suo decimo compleanno lo porta a fare una gita per le strade di Palermo e gli racconta la storia di Giovanni Falcone, facendogli anche visitare alcuni luoghi in cui aveva vissuto. Il padre spiega che fin da piccolo quest'uomo proteggeva i compagni dai prepotenti, poi ha continuato a farlo da avvocato e da magistrato nelle procure di Trapani, Palermo e Roma. Giovanni Falcone ha sempre cercato di assicurare alla giustizia i mafiosi e di insegnare ai giovani la cultura del rispetto e della legalità. Purtroppo questa sua dedizione lo ha sacrificato fino alla morte, avvenuta il 23 maggio 1992 ad opera della mafia. In quello stesso giorno nasceva Giovanni, il protagonista del libro. Anche il suo papà è vittima del potere criminale, poiché è costretto per molto tempo a pagare il pizzo per la gestione del suo negozio. Grazie all'esempio di Giovanni Falcone troverà però il coraggio di denunciare gli estorsori. Per questi motivi ha chiamato suo figlio Giovanni.
PREFAZIONE
La prima edizione del libro, curata da Rizzoli nel 2004, riporta una breve ma incisiva prefazione a cura di Maria Falcone, sorella di Giovanni:
"Quando Luigi Garlando mi parlò della sua idea di scrivere una biografia di Giovanni Falcone per i bambini, ho abbracciato con grande entusiasmo quella sua idea, pensando che, per me che visito tante scuole in tutta Italia, sarebbe stato di grande aiuto arrivare ai bambini e ai ragazzi con un libro sulla vita e sulle scelte di Giovanni, mio fratello, rivolto proprio a loro. Quando ho letto il libro finito ne sono stata molto felice, perché la storia è semplice, adatta al suo pubblico, ma proprio grazie a questa semplicità l'autore riesce a colpire l'immaginazione facendo conoscere l'uomo Giovanni, l'eroe buono, il portatore di messaggi preziosi per tutti quanti, dalle singole persone alle comunità, alla società.Mi auguro quindi che questo libro venga molto letto e molto commentato, che faccia parlare della giustizia, dei valori per i quali Giovanni è vissuto e si è sacrificato. Spero che possa servire agli insegnanti e ai genitori per far capire ai ragazzi che cos'è la mafia e come la si può combattere, da grandi e da piccoli, nella vita di tutti i giorni."
INCIPIT E BRANI SIGNIFICATIVI
Dall'incipit del libro si comprende il forte legame che unisce Giovanni al padre:
“Bum, dimmi chi sei. Papà entrò in camera mia dopo cena. Seduto alla scrivania, stavo ripassando la lezione di storia. Eravamo arrivati a Garibaldi che libera tutta la mia Sicilia, poi a un certo punto riceve una lettera e risponde: "Obbedisco" 1. Solo quello: "Obbedisco". Era un punto che non mi risultava chiarissimo: perché doveva fermarsi e tornare indietro, visto che continuava a vincere battaglie su battaglie? Probabilmente, quando la maestra l'aveva spiegato in classe, mi ero distratto. In ogni caso, quell'eroe a cavallo con la barba folta, che batteva tutti, mi entusiasmava. Vestiva la casacca rossa come David Beckham del Manchester United, che è la più brava ala destra del mondo. Era forte come Braveheart 2 che avevo visto al cinema e che combatteva con la gonna, perché in Scozia portano la gonna anche gli uomini. Mio padre si sedette sul mio letto e prese in braccio Bum, lo scimpanzé di peluche3. Aveva una faccia strana (papà, non lo scimpanzé), come quando ha qualcosa da dirmi e non sa da dove cominciare. Bum è strano per un altro motivo: ha i piedi bruciati. È stato uno dei primi regali che ho ricevuto in vita mia. "Non può camminare, va tenuto in braccio" mi hanno sempre spiegato. Ma sorride, quindi vuol dire che non sta poi tanto male. I miei amici mi invidiano: il lavoro di mio padre è aprire negozi di giocattoli. Ne ha tre solo a Palermo, uno in viale della Libertà, dove abitiamo. Posso avere tutti i giochi che voglio, di legno o elettronici, peluche dell'ultima generazione che parlano, si grattano e ripetono le tabelline. Ma Bum, nonostante i suoi piedi neri, resterà per sempre il numero uno. Credo che sia anche il preferito di papà. A volte vedo che entra nella mia stanza, anche se non ci sono io, e lo accarezza. Ho sempre pensato che quei due mi nascondessero un segreto. La storia delle zampe bruciate mi risultava strana come l'"obbedisco" di Garibaldi.”
Nel passo seguente il papà anticipa a Giovanni la sorpresa per il suo compleanno:
“Papà rimise l'album al suo posto, tra il vocabolario d'italiano e l'enciclopedia degli animali. Poi si voltò e mi disse: "Domani ti racconto la vera storia di Bum. È venuto il momento". "Ma non ho ancora dieci anni." "È un regalo anticipato. Domani passeremo tutto il giorno insieme, andremo al mare e ti racconterò tutto." "Al mare? Anche al mattino?" "Tutto il giorno insieme, da mattina a sera: è un racconto lungo." "Ma domattina ho l'interrogazione di storia…" "Ho parlato con la maestra e lei è d'accordo con me: la mia storia è più importante della sua." Ripensai a Garibaldi ed esclamai: "Obbedisco!”
Nel seguente estratto viene riportato l'inizio del viaggio di Giovanni con il suo papà. La prima tappa è il luogo di nascita di Giovanni Falcone:
"Più o meno ai tempi del nonno. Qui, al numero 1 di via Castrofilippo, abitava Giovanni. Leggi…" Eravamo arrivati davanti a una specie di sasso bianco, posto al centro del prato. Sul sasso c'era scritto: "Con gratitudine e riconoscenza. Qui nacque Giovanni Falcone, 20 maggio 1939". "E chi è Giovanni?" "Il protagonista della nostra storia." "Ma non doveva essere Bum?" "Per arrivare a Bum bisogna partire da Giovanni. E una grande storia, vedrai. Comincia subito con un colpo di scena." "Quale, papà?" "Una cosa strana, anzi due, che ha raccontato sua sorella Maria. Quando Giovanni nacque, aveva due sorelline: Maria, di tre anni, e Anna, di nove. Maria si ricorda bene la prima volta che vide suo fratello, pochi minuti dopo che era nato, ancora tra le braccia della mamma: non piangeva e teneva i pugni stretti. I neonati di solito piangono sempre, tu per esempio non la smettevi più: una femminuccia…" Protestai, tirandogli un pugno nella milza. Papà è un ottimo incassatore. Merito dei cannoli che si mangia e che gli hanno gonfiato una specie di salvagente sopra la cintura dei pantaloni. "Giovanni, invece, neanche una lacrima. E poco dopo la sua nascita successe una cosa ancora più strana: dalla finestra aperta entrò una colomba." "Una colomba?" "Sì, una colomba bianca." "Era ferita?" "No. Ma non se ne andò più via, nonostante la finestra aperta. La famiglia di Giovanni si preoccupò di darle da mangiare e la tenne in casa. Sembra una storia e invece Maria assicura che è tutto vero." "La colomba non è il simbolo della pace?" "Bravo." "Giovanni è venuto al mondo coi pugni chiusi come un pugile e gli è entrato dalla finestra il simbolo della pace.”
Nel seguente brano il papà racconta a Giovanni il coraggio che aveva trovato dopo la strage di Capaci e che lo portò a non pagare più il pizzo:
“Dormivo: il gran botto di Capaci mi ha svegliato. Magari con i miei soldi impacchettati col nastro giallo gli uomini d'onore avevano comprato un po' del tritolo finito poi sotto l'asfalto dell'autostrada… Perciò, l'ultimo venerdì di maggio, quando è arrivato in negozio il picciotto con gli occhiali da sole, gli ho detto: "Qui non si vendono più bambole". Proprio così: "Non si vendono più bambole"."
"E lui?" "Ha aspettato che uscisse l'ultimo cliente, si è tolto gli occhiali e mi ha detto: "È un peccato. Quando i bambini restano senza giocattoli, poi diventano cattivi". Ha fatto scattare un coltello a serramanico, ha preso un orso dal cesto dei peluche, gli ha aperto la pancia, gli ha tolto un occhio e me lo ha lasciato sul banco. "Pensaci bene, papà" mi ha detto. "Io torno tra un mese e sono sicuro che avrai trovato la bambola che mi serve." "Papà" mi aveva chiamato, capisci? Era una minaccia, come dire: sappiamo che ora hai un figlio, attento, potrebbe succedergli qualcosa, magari potrebbe cadere in un bidone di acido… Avevo paura. Ma non potevo più stare dalla parte del mostro, dopo tutto quello che era successo. Giovanni era morto anche per me e per i miei negozi. Continuare a pagare voleva dire ucciderlo ogni mese. Capisci? C'era una cosa sola da fare: avvertire la polizia, farmi proteggere dalla legge, non dalla mafia. Dire alla maestra: Tonio mi ruba i soldi… Quando i picciotti tornarono, i poliziotti nascosti in negozio saltarono fuori e li arrestarono."
RECENSIONI
TRASPOSIZIONI E FILMATI
Sul canale You Tube possiamo visionare il filmato realizzato da un docente di scuola secondaria, Luigi Gaudio, in cui viene illustrato in maniera molto chiara e dettagliata il contenuto del testo.
Nel 2012 in Piemonte è stato realizzato uno spettacolo teatrale dal titolo Per questo, con la regia di L. Diana, E. Mino, D. Viano, interpretato da Eleonora Frida Mino, nell'ambito di un progetto più ampio dal titolo In viaggio...con Giovanni, che ha ricevuto anche la Medaglia del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Lo spettacolo è stato realizzato in molte repliche dapprima a Biella e Torino, poi in tutta Italia.
APPROFONDIMENTI E CURIOSITÀ
Il libro è stato pubblicato in diverse edizioni, a partire dal 2004. Da notare, in particolare, l'edizione a fumetti tratta dal romanzo e curata nel 2008 da Claudio Stassi. Di seguito le immagini di copertina di alcune edizioni:
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15/07/2020 Pao. Tin.