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Pagine in Circolo_E ti chiameranno strega

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Pagine in Circolo_E ti chiameranno strega

30 ottobre - 5 novembre 2024

Rubrica letteraria online

Il secondo appuntamento con la nostra rubrica letteraria Pagine in Circolo si riferisce all’ultimo incontro del Circolo di lettura “Rugantino” che ha visto la presentazione del libro E ti chiameranno strega di Katia Tenti.  Il romanzo è di estremo interesse, perché realizzato con l’originale tecnica di scrittura pluridimensionale, grazie alla quale l’autrice riporta in parallelo due storie, di cui, l’una ambientata nel 500 e l’altra ai nostri giorni a testimonianza della condizione della donna ieri e oggi. In questo modo la scrittrice costruisce un sub intreccio narrativo sul profilo pluridimensionale del racconto, mantenendo la storia minore sia parallela che interrelata a quella fondamentale.

Il Circolo ha poi intervistato la scrittrice con alcune domande sul libro che hanno aperto un bel dibattito su diversi temi come la caccia alle streghe e il parallelismo tra i pregiudizi sulle donne del ‘500 e quelli relativi all’attuale condizione femminile.

Per chi volesse leggere l'opera di Katia Tenti ecco di seguito il link di riferimento:

E ti chiameranno strega di Katia Tenti (Neri Pozza, 2024)

A guardarlo da lontano, il castello di Fiè allo Sciliar sembra un luogo da fiaba. Scolpito nell’onice bianco, si staglia maestoso sul cielo cobalto di una valle delle Dolomiti e pare custodire le case che lo circondano. Nessuno penserebbe che tra quelle mura imponenti sia stato perpetrato un crimine orrendo, si sia svolto uno dei processi più drammatici del Cinquecento e trenta donne innocenti abbiano perso la vita sul rogo. E invece le streghe dello Sciliar sono state incarcerate nelle minuscole celle dei sotterranei del castello, sono state chiamate amanti del demonio, torturate, sono state loro estorte confessioni false, volte solo a far terminare il supplizio. E non sono state piante da nessuno, perché provare compassione per quelle donne dannate avrebbe significato autoaccusarsi. Barbara Vellerin è una di loro. Cresciuta dalla madre ai margini del villaggio per stare a contatto con la natura, i suoi primi anni di vita sono stati un incanto, tra lo studio delle piante e la cura dei bisognosi. Poi tutto è cambiato, il sospetto si è fatto strada negli occhi di coloro che prima richiedevano i suoi medicamenti e le idee di un manipolo di religiosi, per i quali ogni donna è una potenziale strega, si sono diffuse nella valle come una peste. Cinquecento anni dopo, Arianna Miele vince un concorso come curatrice di una mostra sulle streghe dello Sciliar. È la sua occasione per iniziare finalmente la carriera da antropologa che desidera, per rendersi indipendente da una famiglia che da sempre cerca di soffocarla e per dimostrare, soprattutto a sé stessa, il proprio valore. Non può sapere che, riportando alla luce le vite di un gruppo di donne che per lei all’inizio non sono altro che una lista di nomi, scoprirà una verità scomoda sull’eroe di quelle parti, il capitano del Tirolo Franziskus von Stauber, e riuscirà a dar voce, lei che una voce non l’ha avuta mai, a una donna innocente, messa a tacere dall’ipocrisia e dalla crudeltà.

Per approfondire ulteriormente l’argomento, si consiglia la lettura del libro La caccia alle streghe in Europa agli inizi dell'età moderna di Brian P. Levack (Laterza, 2003)

Tra il 1450 e il 1750 più di 100.000 individui, la maggior parte dei quali donne, furono condannati da tribunali religiosi e civili in tutta Europa con l'accusa di aver praticato magie e malefici e di aver adorato il diavolo. Perché si svolgevano questi processi? Perché aumentarono improvvisamente in Europa in quel periodo? Chi erano gli accusati e chi gli accusatori? Che cosa ci rivelano sulla storia sociale, economica e politica degli inizi dell'Europa moderna, e in particolare sulla posizione della donna?

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