giovedì
6
ottobre
martedì
4
ottobre
giovedì
6
ottobre
Orestea (una commedia organica?) da Eschilo, Lewis Carroll, Antonin Artaud
4 - 6 ottobre 2016
Teatro Argentina
dello spettatore, attraverso le opere della Socìetas Raffaello Sanzio, fondata nel 1981 con Chiara Guidi e Claudia Castellucci.
ORESTEA (una commedia organica?), spettacolo nato nel 1995, è una delle tappe più importanti nel percorso della compagnia e del regista. Attraverso la tragedia eschilea, Romeo Castellucci risale alle origini della società occidentale, all’installarsi della civiltà nella barbarie. Ma il testo di Eschilo è qui solo una fonte culturale, un ‘apparato cartaceo’. Infatti, pur mantenendo l’architettura originale della tragedia rintracciabile nei tre episodi –Agamennone, Coefore, Eumenidi– che sviluppano in sequenza la saga degli Atridi con il loro carico di odi e passioni, vendette e parricidi, questo teatro fa della parola eschilea corpo e sostanza organica. Qui ci sono la materia sacrificale del mito e del rito arcaico, l’animalità umana che si sfrena fuori dai confini della civiltà, il suono e la voce come pathos e sconquasso, la body art e un universo favolistico in cui corpi umani si offrono allo sguardo carichi della loro stessa tragedia.
Dopo 21 anni ORESTEA (una commedia organica?) torna in scena riallestita con un nuovo cast: «Questo teatro abbraccia il mito come un’attitudine […] le sue immagini sono impossibili da accettare senza dubbi, ma sono anche impossibili da ignorare o da dimenticare […] sostenere lo sguardo su una rappresentazione sarà come non poter distogliere gli occhi da Medusa».
ORESTEA (una commedia organica?), spettacolo nato nel 1995, è una delle tappe più importanti nel percorso della compagnia e del regista. Attraverso la tragedia eschilea, Romeo Castellucci risale alle origini della società occidentale, all’installarsi della civiltà nella barbarie. Ma il testo di Eschilo è qui solo una fonte culturale, un ‘apparato cartaceo’. Infatti, pur mantenendo l’architettura originale della tragedia rintracciabile nei tre episodi –Agamennone, Coefore, Eumenidi– che sviluppano in sequenza la saga degli Atridi con il loro carico di odi e passioni, vendette e parricidi, questo teatro fa della parola eschilea corpo e sostanza organica. Qui ci sono la materia sacrificale del mito e del rito arcaico, l’animalità umana che si sfrena fuori dai confini della civiltà, il suono e la voce come pathos e sconquasso, la body art e un universo favolistico in cui corpi umani si offrono allo sguardo carichi della loro stessa tragedia.
Dopo 21 anni ORESTEA (una commedia organica?) torna in scena riallestita con un nuovo cast: «Questo teatro abbraccia il mito come un’attitudine […] le sue immagini sono impossibili da accettare senza dubbi, ma sono anche impossibili da ignorare o da dimenticare […] sostenere lo sguardo su una rappresentazione sarà come non poter distogliere gli occhi da Medusa».
Riduzione Bibliocard