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Oggi le comiche. Buster Keaton "storia di un cascatore muto"

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Oggi le comiche. Buster Keaton "storia di un cascatore muto"

12 - 19 ottobre 2020

Il destino di un artista spesso risiede nel suo nome d'arte. Solitamente scelto dai produttori o dagli agenti, nel caso di Joseph Frank Keaton il soprannome fu una sorta di battesimo nel mondo dello spettacolo. È lo stesso attore a raccontarlo nel bellissimo documentario “A hard act to follow”: "Quando avevo sei mesi cascai giù per una scala lunghissima, alla fine della rampa mi misi seduto e non mi spuntò neppure una lacrima. Houdini esclamò "Che bel Buster", voleva dire che bel capitombolo. Mio padre commentò: "suona bene come nome". Così nacque Buster Keaton. Era l'aprile del 1896, all'incirca la stessa data di nascita del cinema.
A sei mesi il mago Houdini, che condivideva col padre di Buster (comico e ballerino) la compagnia di varietà che portava i loro cognomi Houdini Keaton, lo battezzava nell'arte, e già a nove mesi il piccolo Buster debuttava sul palcoscenico uscendo a carponi dalle quinte. A quattro anni recitava insieme ai genitori con una barba finta irlandese, una cuffia per sembrare calvo e galosce ai piedi. La compagnia lasciava credere che Buster fosse un nano.
All'età di 21 anni Buster si avvicinò al cinema a New York, diventando il braccio destro di Roscoe "Fatty" Arbuckle (che all'epoca era secondo solo a Chaplin) e dopo tre film, firmava come assistente, anche se in realtà era il coregista. Nel 1917 Keaton si trasferì in California dove girò dodici film muti; poi arrivò la chiamata dall'esercito, e di fatto in Francia non fece altro che intrattenere le truppe, come gli era congeniale.
Tornato in America, Keaton ebbe uno studio tutto suo. Il produttore Schenck ne aveva acquistato uno nuovo per lui a sud di Hollywood Boulevard… lo stesso che era appartenuto a Chaplin. Il primo film vero e proprio firmato Buster Keaton è del 1920, “The High Sign”, dove debutta la faccia di pietra, il volto impassibile che diventerà il suo marchio di fabbrica. Dello stesso anno il suo primo vero capolavoro “One Week”, una sorta di parodia di un documentario sulle abitazioni portatili. Il film è un compendio di trovate comiche geniali e di prodezze acrobatiche, per le quali l'abile saltimbanco non aveva mai voluto controfigura, a costo di procurarsi slogature e contusioni. Anzi, molto probabilmente era lo stesso Keaton a fare da stuntman per altri attori in scene particolarmente pericolose.
“Sherlock Junior”, conosciuto in Italia con il titolo “La palla numero 13”, racconta di un proiezionista che "casca" nel suo film e risolve un complicato caso di furto. Tra il 1920 e 1923 Keaton interpretò 23 corti di cui curò anche la regia, e successivamente, prima dell'avvento del sonoro, interpretò dodici lunghi tra il 1923 e il 1929. Se nei primi film Keaton ebbe piena libertà, negli ultimi le influenze delle Majors americane si fecero sempre più invadenti e anche la qualità dei film inevitabilmente ne risentì. Riuscì, tuttavia, a girare film di livello come Il navigatore, Il cameraman, The general.
A differenza del suo amico e rivale cinematografico Charlie Chaplin, Keaton con l'arrivo del sonoro nella seconda metà degli anni Trenta si allontanò dal cinema, vivendo una crisi sia in campo artistico che nella vita privata e depresso finì per trovare rifugio nell'alcool. Nel 1950 comparve in Viale del tramonto di Billy Wilder, accanto ad altri divi “del muto” dell'epoca, come per esempio nella scena in cui gioca a carte con Gloria Swanson. Successivamente anche lo stesso Charlie Chaplin lo volle accanto a sé nel celebre duetto di "Luci della ribalta".
Nel 1960 il Cinema internazionale riconobbe, sia pure con molto ritardo, il suo grande talento artistico, assegnandogli un Oscar alla carriera. Prima di morire ad Hollywood nel 1966, fece in tempo ad assistere al recupero della sua Opera e a vedere collocato il suo nome tra i più grandi e importanti autori della storia del cinema.
Qui di seguito alcune risorse video disponibili nel Bibliotu:
 
 
 
 
Buon divertimento!
 
inserita 12/10/20

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