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Marco Pantani Il pirata

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Marco Pantani Il pirata

3 - 9 novembre 2020

Per lo Scaffale dello sport questa settimana parliamo di uno dei più forti ciclisti della storia, da molti considerato tra i più forti scalatori di sempre, con grandi doti di fondo e di recupero oltre che di scattista e discesista Marco Pantani, “Il Pirata”.
Pochi campioni sono entrati nel cuore dei tifosi come Pantani. Per anni, nelle settimane del 𝗚𝗶𝗿𝗼 𝗱’𝗜𝘁𝗮𝗹𝗶𝗮 𝗲 𝗱𝗲𝗹 𝗧𝗼𝘂𝗿 𝗱𝗲 𝗙𝗿𝗮𝗻𝗰𝗲, l'Italia si fermava ad ammirare gli scatti feroci di questo atleta, che sulle salite si alzava sui pedali, gettava via gli occhiali e il cappellino e si lasciava tutti alle spalle.
Ma prima di diventare un campione, Pantani era semplicemente Marco, un ragazzino timido e introverso, che tutte le sere rientrava nella casa di Cesenatico, dopo aver macinato chilometri, metteva la bicicletta regalata dal nonno nella vasca da bagno e la tirava a lucido.
Divenne professionista nel 1992, mettendosi in luce come scalatore al Giro d'Italia del 1994, durante il quale arrivò la prima vittoria nella tappa di Merano. Così il suo nome cominciò a farsi conoscere.
Nel 1995 primo in una tappa al Giro di Svizzera, ma furono le due tappe vinte al Tour de France ad imporlo con forza all'attenzione del grande pubblico e dei media.
Invece di utilizzare il classico berrettino, Pantani correva con una bandana colorata sul capo: il mito del "𝗣𝗶𝗿𝗮𝘁𝗮" nacque lì, sulle salite del Tour.
Il 1998 fu l'anno di una straordinaria impresa: Marco Pantani, indomabile in salita, vinse il Giro d'Italia e subito dopo vinse il Tour de France, arrivando al Parco dei Principi di Parigi, da trionfatore in maglia gialla.
Con questa impresa Pantani è entrato a pieno merito nell'élite dei campionissimi che hanno vinto Giro e Tour nello stesso anno.
L’anno successivo al Giro d’Italia durante la tappa di Madonna di Campiglio, se ne va solo, alla sua maniera, con uno scatto secco, per tutti irresistibile. Sarà l'ultimo, romantico, gesto atletico del vero Marco Pantani.
Un incredibile talento spezzato da una cattiva sorte, secondo alcuni da una grave ingiustizia subita dal giovane sportivo. Il giorno dopo la tappa verrà escluso per presunto caso di doping, a causa di un valore di ematocrito al di sopra del consentito, nonostante l’esame non evidenziasse la presenza di alcuna sostanza dopante nel sangue di Marco.
Da questo momento inizierà il dramma personale dell'uomo Pantani. La determinazione dell'atleta si rivelerà pari alla fragilità dell'uomo. Per Pantani inizierà una parabola discendente che lo vedrà incapace di frenare la propria discesa verso una forte crisi interiore. La fatica di ritrovarsi diventerà insostenibile.
Verrà trovato morto il giorno 14 febbraio 2004 in un residence di Rimini, nel quale da alcuni giorni si era trasferito.
La Gazzetta dello Sport titolò in modo semplice e rispettoso: "𝙎𝙚 𝙣'𝙚̀ 𝙖𝙣𝙙𝙖𝙩𝙤".
Il dramma dell'uomo e la sua tragica fine incontravano l'immenso cordoglio del mondo sportivo, che unanimemente si trovava d'accordo nel voler ricordare del grande campione le gesta sportive, le emozioni e l'orgoglio.
In suo ricordo, nella piazza Marconi di Cesenatico è stata collocata la statua in bronzo, a grandezza naturale, che ritrae il campione Marco Pantani mentre pedala in salita.
Così resterà viva la memoria delle gesta del Pirata che ha conquistato la storia e il popolo del ciclismo come da tempo nessuno riusciva a fare. Un campione capace di accendere il fuoco della passione sportiva.
Le sue imprese, il suo volto marchiato dalla pelata e dalle orecchie a sventola, la sua ascesa all'Olimpo dei campioni e la sua rumorosa discesa negli inferi hanno lasciato un segno indelebile nei cuori di tutti.
 
Qui una bibliografia sul grande campione disponibile sul Bibliotu
 
inserita 3/11/20

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