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LOUIS PASTEUR (1822 - 1895)

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LOUIS PASTEUR (1822 - 1895)

30 novembre - 31 dicembre 2022

Biografia e bibliografia

In occasione dei duecento anni dalla nascita del grande scienziato Louis Pasteur, la biblioteca Giordano Bruno ne propone una breve biografia corredata da una bibliografia a lui relativa.

Pasteur è stato un grande chimico francese che con il suo lavoro ha reso possibili grandi progressi nel campo della medicina,  della salute pubblica e dell’igiene. A lui si deve la nascita della microbiologia, la scienza che studia batteri e virus, piccolissimi esseri viventi visibili solo al microscopio che possono essere la causa di molte malattie.

Louis Pasteur nacque il 27 dicembre del 1822 a Dole, nella Francia orientale, da una famiglia umile, suo padre possedeva una conceria. Quando era ancora bambino la sua famiglia si trasferì ad Arbois dove frequentò le scuole elementari e medie con molto profitto; continuò gli studi al Royal College di Besançon dove ottenne il diploma in arte e in scienza. Nel 1843 entrò alla Scuola normale  di Parigi; si laureò in chimica e fisica nel 1847 e l’anno successivo insegnò nel liceo di Digione, ma ben presto i suoi interessi si indirizzarono agli esperimenti chimici nei laboratori e alla ricerca scientifica. Il suo primo lavoro nel campo della chimica fu lo studio dei cristalli di tartarato ottenuti dall’acido tartarico, sostanza presente in molti frutti; questo studio fece comprendere che la proprietà delle sostanze non dipende solo dagli elementi chimici che contengono, ma anche dal modo in cui questi  sono disposti l’uno rispetto all’altro e ciò è riflesso nella forma dei loro cristalli; questa disposizione influenza il comportamento chimico della sostanza stessa. Questa parte importante dell’analisi chimica  fu chiamata stereochimica.

Nel 1854 Pasteur fu nominato preside e professore della nuova facoltà di scienze di Lille; fu lì che nacque il suo grande interesse per la chimica della fermentazione, spinto anche dalle richieste dei fabbricanti di birra e di vino,  preoccupati perché il loro prodotto spesso si deteriorava. Secondo il pensiero allora dominante, sostenuto anche dal chimico tedesco Liebig, si pensava che la  fermentazione fosse un fenomeno puramente chimico, mentre Pasteur sosteneva che fosse correlata alla vita delle cellule dei fermenti. Nella fermentazione alcolica Pasteur notò la presenza di piccolissimi esseri viventi che davano origine al fenomeno, erano i microbi del lievito, che, vivendo, trasformavano lo zucchero in alcol; se nel succo zuccherino erano presenti altri microbi come per esempio il batterio a bastoncino, la fermentazione non avveniva e lo zucchero non si trasformava in alcol ma in acido lattico. Questo dimostrò che i microbi avevano un ruolo molto importante nei processi chimici; era nata così una nuova scienza: la microbiologia.  Nella sua relazione sulla fermentazione lattica pubblicata nel 1858, Pasteur dichiarò che i microbi erano responsabili anche di molte malattie ed elaborò la teoria germinale delle malattie che fu alla base dei suoi studi futuri.

Intorno al 1865 Pasteur fece una grande scoperta, microbi contaminati che facevano inacidire il vino ed altri cibi e bevande deperibili, potevano essere distrutti con il calore; realizzò allora un procedimento  che ancora oggi viene largamente usato e che da Pasteur prende il nome di pastorizzazione; riscaldando il vino e la birra a più di 57°C i germi morivano e quindi queste bevande potevano durare molto più a lungo senza rovinarsi. Oggi anche il latte e i suoi derivati vengono pastorizzati con una macchina che ad alte temperature e in breve tempo riscalda il latte a 72°C  per 15 secondi e poi lo porta a meno di 10°C.

Parallelamente alle ricerche nel campo della fermentazione Pasteur compì degli studi anche in altri ambiti scientifici: molto importante fu lo studio della malattia negli animali e negli esseri umani. Per molti anni Pasteur studiò una malattia del baco da seta, chiamata pebrina, a causa della quale la produzione della seta in Francia si era notevolmente ridotta. Pasteur cercò i germi responsabili della pebrina e indicò i mezzi per prevenirla. Dopo aver ottenuto questi risultati, cominciò a studiare le malattie infettive che interessavano gli animali e l’uomo. Nel 1877 pubblicò il primo studio sul carbonchio, a cui seguirono quelli sul colera dei polli. L’antrace o carbonchio era un’altra malattia grave causata da un germe chiamato anthracis che colpiva spesso cavalli, capre, pecore e ne causava la morte; anche gli uomini che lavoravano con essi rischiavano di essere contagiati ed erano soggetti a febbre, polmonite e setticemia. Nel caso di una malattia che colpiva i volatili, il colera dei polli, Pasteur provò che l’origine della malattia era dovuta a germi che avevano contagiato gli animali; casualmente avvenne che germi in coltura conservati per mesi si erano attenuati e i polli infettati con questi germi contraevano la malattia ma in forma molto leggera e una volta guariti essi erano immunizzati. Questo lavoro ebbe una grandissima importanza che aprirà la strada alle vaccinazioni e all’immunizzazione. Successivamente Pasteur attenuò artificialmente i batteri del carbonchio e ne ottenne un vaccino, che somministrò ad un gruppo di pecore che sopravvissero, mentre altre a cui non era stato somministrato morirono.

Questa fu la prima utilizzazione di germi indeboliti artificialmente in un vaccino Questo lavoro aprì la strada alla vaccinazione preventiva e quindi all’immunizzazione che avrebbe salvato  migliaia di vite umane. Nell’ultimo secolo malattie come il colera, la tubercolosi e la rosolia sono diventate di facile prevenzione, mentre il vaiolo è stato del tutto debellato.

Importantissimi furono i suoi studi sul microbo che causava la rabbia e che portò alla produzione di un vaccino antirabbico inoculabile anche nell’uomo.

A Pasteur si deve anche l’introduzione per la prima volta della pratica dell’asepsi che rivoluzionò completamente la chirurgia e la terapia medica.

Nel 1888 fu chiamato a dirigere l’Institut Pasteur di Parigi, fondato, grazie a donazioni internazionali e con i fondi del governo, come ringraziamento per il suo lavoro e destinato a realizzare ricerche di microbiologia e sieroterapia.

Nel 1892 furono fatti grandi festeggiamenti alla Sorbona di Parigi per il suo settantesimo compleanno, ma la sua salute e la sua memoria erano peggiorate anche in seguito ad un secondo attacco di paresi.

Morì il 28 settembre del 1895 e dopo il suo funerale nel Palazzo di Versailles, in cui ricevette grandissimi onori, fu sepolto all’interno dell’Istituto Pasteur di cui era ancora direttore.

Di seguito il link alla bibliografia relativa al grande scienziato presente nel catalogo delle Biblioteche di Roma.