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17 luglio - 31 ottobre 2020

Il Maggio dei Libri

 

Roberto Piumini, Lo stralisco, Einaudi Ragazzi 2015

 

TRAMA

La vicenda si svolge nell'antica Turchia, precisamente nella terra di Nactumal, dove vive il potente burban Ganuan con il figlio Madurer, un bambino di quasi undici anni affetto da una rara malattia che gli impedisce di vivere all'aria aperta e di vedere la luce. Il padre, per il suo undicesimo compleanno, vuole fargli un regalo speciale: invita al suo palazzo un pittore di nome Sakumat, affidandogli il compito di abbellire le pareti delle stanze in cui è costretto a vivere il figlio. Tra il pittore ed il ragazzo nasce subito una profonda amicizia. Insieme decidono, volta per volta, cosa dipingere in base a quello che Madurer racconta di aver visto sulle illustrazioni dei libri o di aver ascoltato. Nascono così il cielo, le montagne e i prati che cambiano a seconda delle stagioni e tra il verde, con l'aiuto del bambino, Sakumat dipinge una strana erba, lo stralisco, una specie di pianta-lucciola che splende nelle notti serene, dalle spighe simili a quelle del grano. Purtroppo la salute del ragazzo peggiora e tutti i medici chiamati a consulto affermano tristemente che non c'è più alcuna speranza di tenerlo in vita. Dopo la morte di Madurer Sakumat parte per tornare nella sua terra di origine, rifiutando l’invito di Ganuan a restare e le ricchezze che gli avrebbe offerto. Trascorso del tempo, il pittore decide di rimettersi di nuovo in viaggio, fino a giungere in un piccolo villaggio, dove acquista una casa e continua a vivere facendo il pescatore.

 

INCIPIT E BRANI SIGNIFICATIVI

Nell’incipit del libro viene descritto Sakumat, un pittore dalle straordinarie doti di “creatore”: “Viveva nella città turca di Malatya un pittore di nome Sakumat, non giovane ma nemmeno anziano: aveva l'età in cui gli uomini saggi sanno stare in amicizia con se stessi, senza perdere quella degli altri. Sebbene nella vallata pietrosa di Malatya non splendessero grandi bellezze, Sakumat dipingeva stupendi paesaggi e altri ne inventava, disponendo forme e colori come avrebbe fatto, se fossero stati veri, un buon creatore. Molti ricchi proprietari di greggi, commercianti di cavalli, o di stoffe, chiamavano Sakumat nella loro casa perché abbellisse un angolo, un fondo di portico, o allargasse con i fiori colorati della sua pittura la luce di un davanzale. Se nessuno avesse richiesto la sua opera, tuttavia, Sakumat avrebbe dipinto ugualmente: perché i pennelli erano per lui come dita, e in ogni pennellata versava dolcemente una goccia del suo sangue. Quanto ai paesaggi che immaginava, chissà dove li aveva veduti: nemmeno lui lo sapeva. Forse non esistevano in nessun luogo del mondo e in nessun sogno umano: però erano, a vederli, come vera terra, toccata e profumata. Più li si guardava, più il corpo fuggiva attraverso gli occhi e si trasferiva intero e vivo in spazi colorati e ricchi di pace.”

Il brano seguente riporta un dialogo tra il bambino e l’artista, da cui si evince che la pittura ha uno straordinario potere ludico, creativo ed evocativo:

- Che cosa è quello? – chiese un mattino Madurer, dopo aver osservato a lungo, in silenzio, un tratto dell’orizzonte marino. – Quello? È il mare. – No! Quello… – indicò il bambino, – quel piccolo punto sul mare, un po’ a sinistra della nuvola. Lo vedi? […] – Non so cosa sia, Madurer, – disse il pittore, – non lo avevo mai visto, prima. Però qualcosa deve essere. Non è un uccello? – No, se fosse un uccello sarebbe un po’ sollevato dall’orizzonte, o del tutto invisibile. Ma cosa potrebbe essere, Sakumat? Potrebbe essere un’isola lontanissima? – Certo. Oppure potrebbe essere un’isola non troppo lontana, ma piccolissima. – Oppure, potrebbe essere una nave! – Sì. – Come facciamo a saperlo, Sakumat? – Basta che aspettiamo. Se domani c’è ancora, vuol dire che è un’isola. Se non c’è più, o si è avvicinato, è una nave. – Allora aspettiamo. Il mattino dopo, appena sveglio, il bambino corse vicino alla parete. – C’è ancora, guarda! È diventato più grande: è una nave che si avvicina!”

Nel seguente breve estratto Madurer e Sakumat parlano dello stralisco:

“ – Non è grano? Però sembra grano: un grano sottile … – Sì, è simile al grano. Ma sono spighe di stralisco. -Stralisco? E’ una pianta che non conosco,… Nessuno lo conosce, – disse Madurer, – é una specie di pianta luminosa. – Luminosa? – Sì. Splende nelle notti serene. E’ una specie di pianta-lucciola, capisci? Noi adesso non la vediamo splendere, perché è giorno. Ma di notte illumina il prato.”

 

Videolettura di Paola Tinchitella - Realizzazione video a cura di Mediateca Roma

 

 

RECENSIONI E APPROFONDIMENTI

Recensione da LibriCalzelunghe, in cui è pubblicata un’approfondita ed esauriente recensione del libro, scritta da Angela Catrani, esperta di editoria.

Approfondimento da Ascoltando Le Figure, in cui è possibile  anche leggere un’intervista all’autore.

 

TRASPOSIZIONI E FILMATI

Sul Canale You Tube, è possibile visionare un saggio degli allievi di teatroterapia dedicato al libro

Il famoso romanzo di Roberto Piumini riletto attraverso gli occhi dei ragazzi della scuola in ospedale di Piancavallo

 

 

APPROFONDIMENTI E CURIOSITÀ

L’autore, Roberto Piumini, nato ad Edolo (BS) nel 1947, è uno dei più noti scrittori di narrativa per ragazzi. La sua produzione è vastissima e molto varia, spaziando dai romanzi, alla poesia, a testi teatrali e musicali. Ha pubblicato in prima edizione nel 1987 Lo stralisco, considerato dalla critica letteraria il suo capolavoro. L’opera è stata successivamente riproposta in molte edizioni, di cui di seguito sono riportate alcune immagini di copertina:

 

      Einaudi Ragazzi 2010                                                        

      Einaudi Ragazzi, 2010                 Einaudi Ragazzi, 2013                 Einaudi Ragazzi, 2018

 

 

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17/07/2020 Pao. Tin.

 

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