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Le avventure di Huckleberry Finn

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Le avventure di Huckleberry Finn

22 - 28 aprile 2021

Visioni. L'altra faccia dei classici.

Testo di Antonio Tettamanti

Disegni di Lorenzo Mattotti

 

Orecchio Acerbo - Coconino 2012

 

Era il 1978 quando Lorenzo Mattotti, all’epoca ventiquattrenne disegnatore di belle speranze, sollecitato dall’editore Ottaviano confezionò il suo primo adattamento di un grande classico della letteratura americana.

In bianco e nero, strutturato in tavole dal modulo essenziale organizzate su quattro strisce, questo fumetto rappresenta per l’autore uno dei primi esperimenti con opere di ampio respiro e, pur mostrando uno stile profondamente diverso rispetto a quello sviluppato nella maturità artistica, rivela già alcuni dei segni distintivi di quella poetica visiva che avrebbe alimentato l’immaginario di tantissimi lettori negli anni a venire.

La bizzarra schiera di personaggi che si muove lungo le rive del Mississipi, gli scenari dell’epopea americana “on the road” tra canneti, paludi e piccole cittadine che sembrano uscite da un western, costituiscono per l’autore il terreno ideale in cui mettere in mostra tutte le potenzialità narrative del suo stile.

Il tratto fortemente caricaturale delle figure, il ghigno sghembo e le espressioni grottesche hanno allo stesso tempo una funzione straniante, nel lasciare che il segno tenda sempre e comunque all’iperbole, e fortemente descrittiva, poiché caratterizzano con grande forza ed immediatezza non soltanto i personaggi, ma anche la dimensione narrativa in cui essi si muovono.

Tutto questo è ottenuto attraverso una linea curva, deformata, già del tutto consapevole della sua potenza espressiva. 

La riedizione proposta da OrecchioAcerbo e Coconino, come dice chiaramente l’autore nelle sue considerazioni in fondo al volume, ha dato la possibilità di ripensare completamente l’opera, inchiostrata digitalmente per l’occasione da Celine Puthier e reimpaginata in formato orizzontale.

L’uso del colore è un manifesto di essenzialità. La scelta di tinte piatte, poco invasive, l’utilizzo di campiture cromatiche uniformi o spesso semplici viraggi di un bianco e nero che resta protagonista, riescono nel non facile compito di dare vita allo spazio, alle distanze tra i piani, mettendosi sempre al servizio del tratto.

L’utilizzo dei toni caldi, delle terre e dell’ocra in molti passaggi dona una consistenza quasi fisica all’atmosfera immobile dei pomeriggi assolati in riva al Mississippi.

Il nuovo formato della tavola, d’altro canto, enfatizza ulteriormente il senso di spazialità che pervade le vignette. Ciò emerge non soltanto nella resa delle ampie vedute sul fiume, dove i benefici dell’impaginazione orizzontale sono ovviamente più evidenti, ma anche nella possibilità di apprezzare le inquadrature curatissime ed i tagli a tratti cinematografici, in una dimensione più generosa.

Per quanto concerne i testi, l’utilizzo di una lingua sbilenca, fresca, volutamente non curante delle concordanze, costituisce una trasposizione particolarmente riuscita delle scelte narrative operate da Mark Twain nel romanzo originale.

Tutto contribuisce a creare una piccola perla, un’opera capace di farci riassaporare pagina dopo pagina la leggerezza delle scorribande tra i campi e la libertà del fiume che scorre lento con alle spalle il più caldo dei tramonti.

 

https://www.bibliotechediroma.it/opac/resource/le-avventure-di-huckleberry-finn/RMB0623132

Fa parte di

Visioni. L'altra faccia dei classici.