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venerdì

3

aprile

La morte a Venezia - Der tod in Venedig, di Thomas Mann, 1912

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20

marzo

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3

aprile

La morte a Venezia - Der tod in Venedig, di Thomas Mann, 1912

20 marzo - 3 aprile 2020

#laculturaincasa del Centro Studi Fondo Sammlung Bettoni Pojaghi

Un passo scelto dal celebre racconto di Thomas Mann, tratto dalla splendida edizione italiana Garzanti dell'anno 1947 posseduta dalla  Biblioteca Italo- tedesca , con copertina illustrata e nella traduzione dell'originale tedesco curata da Emma Virgili.
A fianco, sulla sinistra, una delle svariate edizioni tedesche del "Der Tod in Venedig", sempre dalla Biblioteca del Centro Studi Fondo Sammlung Bettoni Pojaghi, pubblicata dall'editore Fischer di Francoforte nel 1990 e che mostra in copertina i due protagonisti assoluti del grande film che ne trasse, nel 1971, Luchino Visconti.
 
"Era il ben conosciuto tragitto della laguna, percorrendo il quale si passava davanti a San Marco e lungo il Canal Grande. Aschenbach stava seduto sulla panca rotonda a prua, con un braccio appoggiato alla ringhiera e facendo ombra agli occhi con la mano. Oltrepassati i giardini pubblici, la Piazzetta gli si aprì ancora una volta dinanzi in tutta la sua principesca grazia e spari; poi segui la grande fuga di palazzi, e, all'angolo della strada d'acqua, apparve il magnifico arco di marmo del Ponte di Rialto.
Il viaggiatore guardò ed il cuore gli si strinse come per spasimo. L'atmosfera della città, quel leggero odore di marcio, di mare e palude, che era stato la causa della sua fuga, veniva respirato ora con dolcezza dolorosa.
Era possibile che egli non avesse capito, non avesse pensato, come il suo cuore fosse ormai preso dall'incanto di Venezia? Il leggero e dubbioso rincrescimento della mattina riguardo alla sua decisione, si trasformava ora in un tormento, che aveva qualche cosa dello strazio, ed il dolore della partenza lo pungeva così amaramente, da fargli salire le lacrime agli occhi. Ciò che gli sembrava insopportabile era il pensiero, che egli non avrebbe mai più rivisto Venezia.
Intanto il vaporetto si avvicinava alla stazione ed il dolore e lo sconforto si trasformavano in smarrimento. Tanto il partire come il tornare indietro appaiono, a chi soffre di un distacco, cose impossibili".