venerdì
22
novembre
Incontro con Isabella Camera d'Afflitto
22 novembre 2024 ore 17:00
La letteratura raccontata dai traduttori
Venerdì 22 novembre alle
ore 17, per il ciclo
Sconfinamenti. La letteratura raccontata dai traduttori, incontro con
Isabella Camera d'Afflitto, traduttrice del libro di
Ghassan Kanafani,
Uomini sotto il sole, Edizioni Lavoro 2016.
A cura di PaRoLiNcOnTrO.
Isabella Camera d'Afflitto. Nata a Salerno, è uno dei massimi studiosi della lingua araba. Traduttrice e insegnante di Letteratura araba moderna e contemporanea all’Università Sapienza di Roma, dove è approdata dopo vari incarichi in altri Istituti, è stata responsabile della collana dell’Istituto per l’Oriente Traduzioni, studi e ricerche sulla Nahḍa; Presidente dell'European Association for Modern Arabic Literature dal 2012 al 2014; membro della Jury of the International Prize for Arabic Fiction, e consulente del Comune di Roma per la creazione di biblioteche multietniche. Ha fondato la collana Scrittori Arabi Contemporanei per la casa editrice Jouvence e fatto parte della Commissione Premi nazionali per la traduzione del MiBAC. Sua è la traduzione, oltre ad altri testi, dei romanzi di Ghassan Kanafani
Uomini sotto il sole
e
Ritorno ad Haifa
(Edizioni Lavoro). Nel 1989 le è stato conferito il Premio Calabria; sei anni dopo, il Premio San Gerolamo dell’Associazione Italiana Traduttori e Interpreti. Nel 2006 ha vinto il Premio Grinzane Cavour, sezione Traduzione.
Ghassan Kanafani (1936-1972), scrittore e giornalista palestinese, si impegnò attivamente nell’OLP, rimanendo ucciso, con la nipote sedicenne, in un attentato israeliano. Nel 1948, epoca della fondazione dello stato di Israele, e della conseguente al-Nakba (il disastro), a dodici anni assistette al massacro del villaggio arabo di Deir Yassin. Con la famiglia si rifugiò in Libano e poi in Siria dove studiò letteratura araba. Negli scritti di Kanafani, per lo più romanzi brevi e racconti, i critici individuano due periodi. Il primo, fino al 1967, è caratterizzato da pessimismo e da forte simbolismo, espressi nelle opere Uomini sotto il Sole (Rijāl fī al-shams), 1963, e Un mondo che non è nostro ('Ālam laysa lanā), 1965. Al secondo periodo, che ha inizio con la Naksa (sconfitta nella guerra dei sei giorni), appartengono opere dal taglio più politico e realista: All that's left to you (Mā tabaqqā lakum), 1966, La madre di Saad (Umm Sa'd), 1969, Ritorno ad Haifa ('Ā'id ilà Haifā), 1969.