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BILLonline - Ilaria Alpi. La ragazza che voleva raccontare l’inferno
Il Maggio dei Libri
Gigliola Alvisi, Ilaria Alpi. La ragazza che voleva raccontare l’inferno, Rizzoli, 2014
TRAMA
Il libro documenta la tragica vicenda di Ilaria Alpi, la reporter della Rai uccisa il 20 marzo 1994 a Mogadiscio in un agguato, insieme al suo cameraman Miran Hrovan. Inviata di guerra in Somalia, la trentaduenne aveva ricostruito e documentato loschi traffici di armi e rifiuti tossici tra l’Africa e l’Europa. La narrazione riporta, con dovizia di particolari ed estrema veridicità, gli ultimi otto mesi di vita della giornalista. Il racconto dei fatti è suffragato da fonti e testimonianze dirette, ma si intreccia anche con le vicende vissute da Jamila, una immaginaria bimba somala, attraverso le pagine di un suo diario segreto. Questa duplicità narrativa costituisce una peculiarità del libro, che ne rende la lettura più agevole ed appassionante. La tragica scomparsa di Ilaria, pur interrompendo bruscamente la narrazione, non spezza però il legame profondo nato tra le due donne e suggella per sempre la grande eredità professionale e morale lasciata dalla giornalista.
PREFAZIONE
“Questa di Ilaria Alpi è la storia vera, uccisa una domenica di primavera, vent’anni fa, il 20 marzo 1994, a Mogadiscio, insieme a Miran Hrovatin: un’esecuzione preordinata e ben organizzata perché lei tacesse per sempre e non potesse più raccontare. Ilaria Alpi: tutti la conoscono come vittima di quell’agguato in cui, insieme a Miran Hrovatin, fu assassinata. Di Ilaria e della sua Somalia sono stati fatti tanti racconti. Diversi linguaggi: musica, cinema, poesia, teatro, inchieste giornalistiche e narrativa hanno raccontato la sua tragica morte e hanno cercato di conoscerla, di scoprire chi era lei, la donna, la giornalista. Essere, vivere, fare giornalismo: tre dimensioni difficilmente separabili in Ilaria. Per lei conoscere, cercare, svelare, raccontare… non tacere era una sorta di imperativo categorico. Non tacere l’ingiustizia, le violenze, le guerre, le diseguaglianze insopportabili, le ragioni che ne sono causa e che spesso hanno a che fare con affari sporchi, traffici illeciti di ogni tipo organizzati dalle criminalità mafiose “coperte e/o aiutate” da poteri pubblici e privati. Cercare sempre la verità e comunicarla. È questo che ha fatto e fa paura. Per questo la verità sulla sua uccisione ancora non si conosce per intero. Questo libro racconta una storia vera e la sua lettura ci cattura perché è scritto con levità e con la forza del rigore documentario. Il ritmo è incalzante, si snodano episodi tragici, come per esempio il massacro dei giornalisti del luglio 1993, l’aggressione a Laila, la giovane donna somala che rischia il linciaggio da parte di suoi concittadini, il rito delle mutilazioni sessuali delle bambine… fino alla sequenza dell’esecuzione di Ilaria e Miran, scolpita con rara efficacia. La crudele realtà della guerra, dell’odio, dell’indifferenza convive con istantanee di vita quotidiana nel segno della speranza di un mondo migliore. Jamila, la bambina somala, ha con Ilaria un rapporto intenso. Nel libro si offre un doppio sguardo: quello di Ilaria e quello di Jamila. Jamila è un’invenzione, non c’è traccia di lei nella copiosa documentazione che abbiamo esplorato in questi anni dolorosi. Ma Jamila potrebbe essere vera. In ogni caso è la chiave di questo libro che l’autrice utilizza per aiutarci a conoscere, comprendere e interpretare la storia di Ilaria, un pezzo di storia dell’Italia e della Somalia. Jamila ci svela un po’ di Ilaria, il valore e l’impegno di una giovane donna che parlava anche l’arabo, amava l’Africa e si interessava alla drammatica realtà di luoghi come l’Egitto e la Somalia. Le ultime pagine ti prendono, ti avvolgono quasi. È Jamila a parlare: non è più a Mogadiscio ma a Parigi, ed è una donna. E Ilaria è qui con Jamila e con noi: esiste davvero quel crinale dove la vita e la morte si con-fondono. Jamila dirà perché Ilaria è stata importante per lei, per la sua vita, oltre a elencare le cose che sa di Ilaria e soprattutto della sua uccisione: parole nitide, lucenti, precise. Ogni avvenimento ha un tempo: quello dell’accadimento, un tempo del prima, un tempo del dopo. Connettere questi tre tempi ci aiuta a capire una storia. In tutti questi anni sono emerse notizie, dettagli che potrebbero collegare l’attività di inchiesta di Ilaria ad altri fatti tragici (come l’assassinio di Mauro Rostagno a Trapani nel 1988; ...”
(Mariangela Gritta Grainer, Presidente dell’Associazione Ilaria Alpi)
RECENSIONI
Recensione da La Voce che stecca - notizie, opinioni, interviste controcorrente
Recensione da Thriller Magazine
Recensione da IL Salotto del Gatto Libraio
TRASPOSIZIONI E FILMATI
Sul Canale You Tube, digitando il titolo del testo sulla stringa di ricerca, è possibile visualizzare filmati, book-trailers, letture tratte dal libro ed una presentazione della stessa autrice.
Tra questi segnaliamo:
Book Trailer di ILARIA ALPI - La ragazza che voleva raccontare l'Inferno
LA VERA STORIA DI ILARIA ALPI, Gigliola Alvisi - MILEGGI. Diritti ad alta voce.
APPROFONDIMENTI E CURIOSITÀ
L’autrice, Gigliola Alvisi, vive a Padova con il marito e i due figli. Oltre a scrivere romanzi per ragazzi, organizza corsi di scrittura creativa nelle scuole. Nel 2011 ha vinto il Premio Selezione Bancarellino. Con Piccolissimo me ha vinto nel 2015 il Premio letterario Il Battello a Vapore.
Ilaria Alpi. La ragazza che voleva raccontare l’inferno, pubblicato in prima edizione nel 2014, è stato rieditato nel 2019.
Rizzoli 2014 Rizzoli 2019
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21/08/2020 Pao.Tin