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aprile

Il maestro e Margherita

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15

aprile

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21

aprile

Il maestro e Margherita

15 - 21 aprile 2021

Visioni. L'altra faccia dei classici.

Disegni e testi di Andrzej Klimowski e Danusia Schejbal.
 
Guanda Graphic 2009.
 

Questo adattamento del grande romanzo di Michail Bulgakov è realizzato a quattro mani da Andrzej Klimowski, tra i più importanti illustratori europei, autore di manifesti teatrali e cinematografici, regista e docente di grafica al Royal College of Art di Londra, e da Danusia Schejbal, pittrice, scenografa e costumista, nonché compagna di vita di Klimowski.

La perizia e la raffinatezza grafica dell’impianto è senz’altro la cifra dominante dell’opera, e non potrebbe essere altrimenti se si considera la formazione ed il background degli autori. 

Le pagine sono costruite su un linguaggio visivo essenziale, talvolta scarno, dal quale tuttavia filtrano in maniera costante richiami coltissimi, che sembrano strizzare l’occhio di volta in volta alle più importanti esperienze artistiche del ‘900.

La narrazione principale è affidata ai pennelli di Klimowski, che sceglie un acquerello in toni di grigio fatto di poche pennellate decise, tratti estremamente marcati ed un uso marginale dello sfumato. La caratterizzazione dei primi piani è fortemente espressionista, in un’accezione genuinamente pittorica più che fumettistica, che prevede un utilizzo esasperato di spesse linee nere alle quali è affidata quasi interamente la resa dei volumi. 

I piani prospettici sono estremamente semplificati, a volte del tutto assenti, e l’intera opera è attraversata da un’impressione di rigidità, quasi che le scene siano in qualche modo congelate all’interno delle vignette.

C’è Kirchner, c’è De Chirico, e c’è anche tanto altro se lo si vuole cercare.

Coerente nell’intenzione ma del tutto differente nell’approccio è il disegno di Danusia Schejbal, anch’esso improntato alla semplificazione ma attraverso un uso del colore luminoso, ottenuto tramite la giustapposizione di ampie campiture cromatiche fino alla completa scomparsa del tratto.

L’impressione di un movimento, di una certa fluidità della scena, sembra scivolare nelle tavole che si fanno più morbide, pur se caratterizzate dalla medesima stilizzazione ed essenzialità.

D’altronde l’autrice si muove in un livello meta-narrativo (il romanzo di Ponzio Pilato, lo spettacolo teatrale di magia nera di Woland), ed anche per questo l’impressione che se ne ricava è innanzitutto quella di uno slittamento su un piano metafisico, onirico, che in alcune vignette sembra ammiccare alle atmosfere di Chagall.

Dal punto di vista narrativo, invece, la struttura dell’opera sembra soffrire un po’.

C’è da dire, però, che il romanzo di Bulgakov vive di atmosfere, e c’è da fare i conti con un’oggettiva difficoltà a  svilupparne la complessità in un linguaggio fumettistico. 

L’impressione generale è di una storia godibile ma a tratti slegata, che rischia di perdersi in alcuni punti se il lettore non ha alcuna familiarità con il testo originale.

Un’esperimento comunque notevole, che vale assolutamente la pena di prendere in prestito.

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Fa parte di

Visioni. L'altra faccia dei classici.