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Il futuro non è più quello di una volta

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Il futuro non è più quello di una volta

9 - 15 marzo 2022

Rubrica sulla fantascienza

Care lettrici e cari lettori, proseguiamo il nostro viaggio alla ricerca di nuove suggestioni fantascientifiche ispirate dalla robotica e dall’informatica.

Negli anni Cinquanta l’immaginario dei “servitori di metallo”, seppur rispettosi delle tre leggi della robotica, deve fare i conti con una realtà in cui l’automazione avanza ma … a scapito dell’occupazione!

Chi avrà, allora, i soldi per comprarsi quelle meraviglie che Heinlein battezza con nomi suggestivi nel suo romanzo La porta sull’estate?

Scritto in soli 13 giorni, senza necessità di revisioni se non alcune lievi modifiche, “La porta sull'estate” è un romanzo di fantascienza tecnologica scritto da Robert Anson Heinlein. Stiamo parlando di uno dei massimi protagonisti dell'età d'oro della fantascienza, vincitore di ben sette Premi Hugo. Il romanzo fu pubblicato per la prima volta a puntate sulla rivista The Magazine of Fantasy & Science Fiction nel 1956.

Ambientato negli Stati Uniti degli anni '70, sopravvissuti ad una terza guerra mondiale, il romanzo ha come protagonisti un uomo ed il suo gatto che vivono in una vecchia, fredda casa del Connecticut, che ha undici porte sull'inverno. L’uomo, Daniel Boone Davis, è un personaggio tipico di Heinlein: un brillante inventore, fiero individualista, fondatore della società "La Domestica Perfetta" e  dedito alla creazione di robot. Il gatto, Petronio, detto Pete, sin dalle prime pagine, con il favoloso e celeberrimo incipit, si impone come protagonista assoluto.

Questa coppia di eremiti non resterà sempre fuori dal mondo: ci sono in gioco una colossale operazione finanziaria, una ingegnosissima truffa, una prodigiosa serie di robot, un segreto andirivieni nel tempo, una ragazza ibernata. E il gioco è condotto da uno dei "maestri" della fantascienza, qui nella sua vena più divertente e inventiva. Anche in questo romanzo affiora l'animo ambiguo e controverso di Heinlein, talora conservatore e reazionario, altre volte libertario e hippies ante litteram: accanto a qualche frase dai toni eccessivamente razzisti scopriamo un fervore genuinamente progressista nell’inventore che sogna l’emancipazione dal lavoro domestico. Quanti uomini si accorgevano – e tuttora si accorgono – della quotidiana fatica delle donne nel prendersi cura della casa?

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