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Il futuro non è più quello di una volta

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Il futuro non è più quello di una volta

16 - 22 febbraio 2022

Rubrica sulla fantascienza

Care lettrici e cari lettori, riprendiamo il nostro viaggio continuando ad esplorare l’intrinseco rapporto tra fantascienza, robotica ed informatica.

Dopo l'esordio avvenuto con Karel Čapek nel 1920, negli anni Trenta i robot invadono le pagine della letteratura fantascientifica. Perlopiù impazziscono, ci rendono schiavi, rimpiazzano l'uomo. Anche se taluni “fratelli di metallo” mostrano barlumi di coscienza, il cliché non cambia: è sempre la parte malvagia ad emergere. Questo almeno fino a quando non arriverà Isaac Asimov, con le sue Tre leggi della robotica, a mettere in crisi la paura mitica del padre che teme di essere ucciso dal figlio.

Le tre celeberrime leggi furono compiutamente enunciate nel racconto “Circolo vizioso” (Runaround), tradotto anche come “Girotondo”, pubblicato per la prima volta nell'ottobre del 1942 sulla rivista Astounding Science Fiction e successivamente inserito in numerose antologie fra cui Io, robot del 1950 o Tutti i miei robot del 1982. La loro formulazione fu attribuita a un Manuale di Robotica, 56ª Edizione, 2058 d.C. Esse modificheranno profondamente l'immaginario di massa. Ma...ci sono sempre molti “ma”.

Asimov è troppo intelligente per credere che regole e leggi non vengano violate, non suscitino perplessità o siano prive di contraddizioni. Egli pone con forza il problema dei rapporti tra gli uomini e le loro macchine. E come in ogni rapporto che si rispetti si aprono questioni etiche importanti. Le Tre Leggi rappresentano dunque il primo tentativo di stabilire una robo-etica, vista dalla prospettiva del robot stesso, di ciò che dal suo punto di vista è giusto o sbagliato nel confronto degli uomini. Oggi lo scenario si è talmente complicato che diventa plausibile una riflessione sulla prospettiva opposta: quali sono i diritti e i doveri dell’uomo rispetto ai robot cioè alla macchine pensanti? 

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