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mercoledì

17

novembre

Il futuro non è più quello di una volta

Il futuro non è più quello di una volta

17 novembre 2021

Rubrica di fantascienza

Care lettrici e cari lettori, in questo nostro breve escursus sulla new wave fantascientifica, dopo aver dato spazio alla rabbia di Joanna Russ è giunto il momento di ascoltare le ragioni del cuore.

Nel breve racconto “Una ragazza all'antica", la Russ ha esplicitato la difficoltà degli autori di fantascienza ad approcciare le tematiche dell'amore, della sessualità e dei rapporti di genere con queste parole: “siamo ancora impegnati a digerire il passato e a esprimere il presente; non ci siamo ancora minimamente accostati al nostro futuro”. A testimonianza di ciò ecco la beffarda vicenda di James Triptree Jr.: un “autore” che, al pari di Sturgeon, era stato considerato l'unico uomo capace di offrire, sul terreno dell'amore e della sessualità, stimoli e provocazioni all'altezza dei tempi.

Grande era la curiosità sulla sua figura: di lui non esistevano né foto né biografie. Infine, il colpo di scena: nel 1977 si mostra in pubblico. Lo stupore è generale. Non ha la pelle blu né tentacoli al posto delle braccia, ma certo è più alieno del previsto: è una donna, Alice Bradley Sheldon. Chi avrebbe mai potuto supporre che dentro James ci fosse una Alice?

Eppure le sue opere erano costellate di indizi, come nel racconto “Houston, Houston, ci sentite?”. Il racconto, pubblicato per la prima volte nel 1976, ha vinto ben due premi: il Nebula e l'Hugo, due prestigiosi riconoscimenti nell'ambito della letteratura fantascientifica. Un equipaggio di tre astronauti maschi si perde in una piega dello spazio-tempo ricomparendo in un prossimo futuro distante tre secoli. Dopo ripetuti tentativi di contattare la NASA a Houston, senza alcun risultato, iniziano a captare strane comunicazioni radio: tutte le voci sono femminili. Perplessi iniziano ad elaborare varie teorie: allucinazioni? Una bufala? Un potere ostile che cerca di ingannarli? Ben presto si rendono conto di essere stati scaraventati in un sistema solare in cui i maschi sono estinti da secoli e la popolazione, molto ridotta, è composta solo da donne che si riproducono per clonazione e si amano fra loro.

Un'ulteriore variazione sul tema del "mondo senza maschi", ma in chiave decisamente femminista: senza i maschi, infatti, qui si vive divinamente! Saranno sufficienti pochi contatti perché negli “ultimi” maschi emergano arroganza e violenza. L'autrice descrive con finezza le reazioni di questi "alieni" a una società in cui non c'è più posto per i valori maschili di aggressività e dominio, in cui i tre astronauti figurano al più come una nociva perturbazione della serenità, elementi ormai estranei che non sapranno adattarsi. A ben vedere, potremmo dire che, tra le righe, Alice sembra aver anticipato la risposta alla domanda che il Professor Barbero, con una modalità retorica esplicitamente dubitativa, ha posto in una recente intervista che ha suscitato, a nostro parere, una stupefacente e ingiustificata polemica. Purtroppo il racconto non è reperibile nelle nostre biblioteche ed è difficile trovarlo in commercio, ma chi vuole lo può leggere on line.

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