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Il futuro non è più quello di una volta

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Il futuro non è più quello di una volta

22 - 28 settembre 2021

Rubrica di fantascienza

Care lettrici e cari lettori, ebbene sì, come promesso, è giunto il momento: si abbassino le luci, si faccia silenzio perché sta per entrare in scena il più grande “sconquassatore di luoghi comuni sessuali”, Edward Hamilton Waldo più noto come Theodore Sturgeon.

Negli Usa lo hanno inquadrato come iconoclasta, enfant terrible, portatore di scandalo. I lettori perbenisti – e presumibilmente Wasp, cioè bianchi, anglosassoni, protestanti, ricchi – lo riempirono di insulti e minacce per quasi tutto ciò che scrisse. Se in Italia è tuttora poco conosciuto e apprezzato, si deve soprattutto a editori bigotti che lo presentarono come “scabroso”, quando andava bene, o più spesso come “sgradevole”. Su di lui si disse di tutto per stroncarlo, qualcuno arrivò persino a scrivere «si muove in mezzo ai rifiuti e riesce a rendere poetiche le cose più basse, umili, sporche». In realtà, a distanza di tempo, con altri occhi, questa frase più che un insulto a noi pare un encomio.

Di sicuro il racconto che gli costò il massimo di insulti e minacce fu Un mondo ben perduto, scritto nel 1953 e noto anche con il titolo “Gli inseparabili”. Dal lontano e misterioso pianeta Dirbanu arrivano “due bipedi implumi, abbastanza simili a noi”. Di loro si sa ben poco, ma sono disarmati e dunque non rappresentano una minaccia. I due sono inseparabili e questo grande amore commuove i terrestri, anche quelli che di solito hanno “il cuore di pietra”. Poi, da Dirbanu arriva un laconico messaggio: sono criminali, restituiteceli subito se volete allacciare rapporti economici e diplomatici con noi. Ovviamente la “ragion di Stato” prevale e, seppure a malincuore, la Terra decide di rimpatriarli. A riportare “gli inseparabili” sul loro lontano pianeta è l’astronave Stramite-439, con i due piloti spaziali Rootes e Grunty. Nella tensione di quello strano viaggio, Grunty scopre un sistema per comunicare con i due alieni: ora sa chi sono e in cosa consiste il loro “crimine”. Decide di farli fuggire all’insaputa di Rootes. Ed ecco il colpo di scena finale.

Quando Rootes scopre la fuga, esige una spiegazione. A fatica Grunty gli fa capire qual è il problema: i due inseparabili sono dello stesso sesso, ecco la loro “colpa”. “Vuoi dire che abbiamo viaggiato per tutto questo tempo con una maledetta coppia di invertiti? Oh, se lo avessi saputo li avrei ammazzati” urla Rootes. A questo punto Sturgeon ha in serbo l’ultima sorpresa, che dà un'altra chiave di lettura ad un racconto già splendido. Dopo il litigio, Rootes si addormenta. Guntry lo guarda “con grande tenerezza ed assoluta attenzione, come una madre farebbe con il suo bambino”. Poi senza svegliarlo tende la sua mano gigantesca e “con un tocco di piuma accarezza le labbra addormentate”. Sturgeon affronta il tema dell'omosessualità in maniera sottile e ironica. Notevole l’intelligente e arguto intreccio costruito dall’autore che, soltanto alla fine, con un colpo di scena commovente, permette al lettore di collegare tra loro i numerosi indizi sparsi per tutta l’opera.

Chi vorrà leggere il racconto lo potrà trovare con il titolo “Gli inseparabili” nell'antologia Le mani di Bianca pubblicata da Fanucci nel 1987.

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