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Il futuro non è più quello di una volta

22 giugno - 5 luglio 2021

Rubrica di approfondimento

Care lettrici e cari lettori, eccoci nuovamente insieme per un altro appuntamento all'insegna del “fantamore”. Meno profondo forse di Dick, ma decisamente più dissacratorio e malizioso, Robert Scheckley ci trasporta sul lontano pianeta Tranai per indagare se vi sia un altro modo di vivere il rapporto di coppia e quali diritti godano i partner. Ebbene sì, stiamo parlando proprio di lui, di Sheckley il genio, l’innovatore, il satirico. Sheckley l’hippy, il vagabondo senza legami. Sheckley il detrattore, il criticone, il bastian contrario.

Nel racconto “Un Biglietto per Tranai”, pubblicato per la prima volta nel 1955, Sheckley è tutto questo, ma è anche un autore capace di uno sguardo bonario, quasi tenero, sulle contraddizioni dell’essere umano. Sul pianeta Tranai non esiste illegalità, non esiste corruzione, non esistono crimini: voci di viaggiatori affermano che lì si realizzi la forma ideale della convivenza umana. E allora, perché non abbandonare la vecchia e corrotta Terra per questo paradiso? È quello che fa il protagonista del racconto, Marvin Goodman, disegnatore di robot e inguaribile idealista. Dopo molte peripezie, Marvin giunge a destinazione e sposa la bella Janna. Ben presto però scopre che il tutto è una illusione: non esistono crimini semplicemente perché rubare è lecito ed è considerato una redistribuzione del reddito; le donne passano la maggior parte del tempo del matrimonio ibernate, così da non annoiarsi e annoiare il marito. Infine, a completare l’anti utopia di Tranai, Marvin scopre che sul pianeta non c’e il divorzio e dunque sarà costretto a fuggire per sottrarsi alla furia omicida del nuovo amore di Janna.

Anche in questo caso l'ironia sottile di Sheckley non ha mancato di esprimersi con tutta la sua efficacia: la sua capacità di colpire nel segno sta nel far apparire convincente anche il più evidente dei paradossi, tramite un uso scaltro del registro satirico. Sheckley non ci propone ipotesi o soluzioni alla situazione immaginata: si limita a porci davanti due realtà e a stimolarci nel paragone e perciò alla riflessione.

Tranai rappresenta ciò che la Terra non è ma potrebbe essere, è una Terra aliena eppure nello stesso tempo molto vicina a noi. Abbiamo quindi una trasparente metafora di noi stessi, delle nostre degenerazioni sociali: certo, tutto sembra un divertente gioco narrativo, ma la realtà è diversa, dietro il riso si cela un giudizio amaro.

Chi vorrà leggere questo spassoso racconto lo potrà trovare nella raccolta “L'Ombra del 2000 : romanzi e racconti di fantascienza”, pubblicata per la prima volta da Arnoldo Mondadori nel 1965 e qui riproposta nell'edizione del 1972.

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