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Il futuro non è più quello di una volta

13 - 19 aprile 2021

Rubrica di approfondimento

Care lettrici e cari lettori, siamo certi che non ce ne vorrete se torniamo a parlare di un autore che abbiamo già incontrato qualche tempo fa: l'ecclettico e, per taluni, bizzarro Samuel Ray Delany. Questa settimana, infatti, vogliamo proporvi uno dei suoi romanzi più intriganti: “Nova”, pubblicato per la prima volta nel 1968.

Definito dagli addetti ai lavori una space opera, anticipatore di temi quasi cyberpunk, “Nova” risulta per l’epoca un romanzo assai innovativo. Ci sono voluti quasi oltre quindici anni prima che scrittori e lettori cyberpunk iniziassero ad apprezzare il modo in cui in quest'opera sono stati trattati i temi  delle droghe, dei tarocchi, della varietà razziale e infine l'esplorazione del rapporto tra politica e arte.

Il romanzo è ambientato nel lontano quarto millennio. L'umanità ha esplorato e colonizzato la galassia. Il potere politico è conteso tra due fazioni: da un lato il vecchio Draco, il nucleo storico che comprende la Terra, dall'altro la giovane Federazione delle Pleiadi. Se la prima è dominata dalle grandi corporazioni, la seconda, costituita da un fitto insieme di sistemi solari e pianeti molto vicini tra loro, è stata colonizzata da avventurieri, esploratori appartenenti al ceto medio. Vi sono poi le Colonie Estere   da cui si estrae l'Illyrion, l'elemento transuranico che viene utilizzato come carburante per i viaggi interstellari.

Accanto alle due figure principali, Lorq Von Ray, il rampollo della più importante famiglia delle Pleiadi, e Prince Redshift, il primogenito della casata avversaria,  troviamo una carrellata di personaggi secondari, caratteri singolari e misteriosi. Sarà proprio Lorq a trovare la chiave che cambierà le sorti del conflitto e con esso il destino della galassia. In Nova il linguaggio regna sovrano e diventa la dannazione del traduttore: slang,  barocchismi, diversità del modo di parlare dei singoli personaggi, tutto viene impiegato per dare spessore ad una storia appartenente al mito e travestita da fantascienza. Il romanzo sfrutta nel modo migliore tutti gli strumenti tradizionali della fantascienza, si serve dei suoi cliché in modo brillante, ma nello stesso tempo costituisce una ricerca d'altro tipo: anche se ha una struttura che ricorda i miti del passato, svolge seri discorsi sull'oggi da una prospettiva lontana. L’arte di scrivere e l’arte di vivere, astrazione e adesione alla vita: questo è “Nova”.

Per chi volesse immergersi nella favolosa tenebra informe oppure in una rutilante nova accompagnato dalla sapiente prosa di Samuel Delany, consigliamo di affrettarsi a reperire quest'opera per assicurarsi divertimento, estro e poesia.
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