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Il futuro non è più quello di una volta

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Il futuro non è più quello di una volta

6 - 12 aprile 2021

Rubrica di approfondimento

Care lettrici e cari lettori, questa settimana abbiamo deciso di fare un regalo agli appassionati di fantascienza ed in particolar modo agli amanti di un autore che non ha certo bisogno di presentazioni: Philip Kindred Dick.

Poiché lo abbiamo evocato la scorsa settimana, abbiamo pensato di fargli un omaggio proponendovi il suo romanzo di esordio: “Lotteria dello spazio”, pubblicato per la prima volta nel 1955 con il titolo originale “Solar Lottery”. In Italia è stato pubblicato nel 1958 nella collana Urania con il titolo “Il disco di fiamma”; solo in seguito, nel 2005, la Fanucci lo ripubblica con il titolo che conosciamo oggi.

“Lotteria dello spazio” è l'esordio folgorante di un autore che nel corso della propria carriera ci regalerà autentici capolavori. Qui troviamo un Dick alle prime armi, è l’opera di un principiante certo, ma di talento! Già in quest'opera si possono intuire quelli che saranno poi alcuni topos classici della futura produzione dell'autore: una struttura sociale alienante retta dall’architrave del cinismo; organizzazioni governative o corporative corrotte e sfruttatrici; il lavoro visto quasi sempre come una forma di schiavitù vera e propria;  la dialettica uomo-androide; la telepatia; i culti religiosi bizzarri; i viaggi nello spazio.

La “Lotteria dello spazio” non distribuisce vincite miliardarie, ma è qualcosa di più: un sistema politico perfettamente organizzato e legalizzato. Nell'anno 2203, ogni giro dell'urna estrae il nome di colui che governerà la terra e l'intero sistema solare, il Quizmaster. Un potere enorme che può capitare nelle mani di chiunque: basta essere cittadini del mondo e godere dei diritti civili.

“In un paese libero a me piace pensare che oggi io non sono nessuno, domani sono presidente della Repubblica...” cantavano i Giganti!

La rivoluzionaria natura del potere è, però, solo apparente. Se al livello più alto il concetto di democrazia è portato al paradosso estremo, quello dell'elezione per sorteggio che livella ogni possibile diseguaglianza, appena un gradino più sotto sono invece ancora presenti, e ingigantite, tutte le storture della società occidentale. Il mondo ritratto nel romanzo è dominato da una ristretta cerchia di coorporations, le Hill, e la vita di ogni individuo è regolata da un rigido sistema di caste. Traspare l'immagine di una società lasciata in balia delle dinamiche di conflitto tra centri di potere economico rispetto ai quali i singoli individui non sono altro che pedine, prive di ogni reale diritto o protezione. Ecco, già immaginiamo alcuni di voi chiederci stupiti: ma cosa c'è di fantascientifico in tutto ciò? Beh, non dimentichiamoci che quando Dick scrive questo romanzo siamo in pieno “maccartismo”, quando solo gli scrittori di fantascienza riuscivano a pubblicare opere che criticavano le pratiche liberticide del governo degli Stati Uniti. Questo romanzo ci mostra un Dick distaccato osservatore della realtà che lo circonda, quella americana degli anni '50, facendone oggetto di satira crudele. Se avete già avuto modo di conoscere ed apprezzare altre opere della vasta produzione dickiana, beh allora non dovete per nessun motivo farvi scappare questo gioiellino.

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