Con le parole del Presidente dell'Istituzione Biblioteche di Roma Giovanni Solimine e dell'Assessore alla Cultura Miguel Gotor, tutte le biblioteche omaggiano e ricordano Michela Murgia:
Ieri è morta Michela Murgia e in queste ore possiamo leggere in rete e sui giornali i ricordi di scrittori e intellettuali, di personalità del mondo politico e, tra i più incisivi, i messaggi di chi ha condiviso fino alla fine la sua esistenza ed era accomunato nella sua famiglia queer. Non ho titolo per aggiungere nulla, anche per rispetto verso i sentimenti di chi le voleva bene “da vicino”: infatti, non posso definirmi un suo amico e forse neppure un suo conoscente — l’ho incontrata poche volte e ammetto che in alcune occasioni non mi sono sentito in totale sintonia con le sue posizioni — ma ho sempre ritenuto di fondamentale importanza le sue testimonianze e la sua partecipazione al dibattito pubblico, fino all’ultimo. Se essere “attivisti” significare partecipare attivamente alla vita sociale, questa definizione si addice pienamente a Michela Murgia.
«È morta come ha vissuto», ha sintetizzato perfettamente Simonetta Fiori su la Repubblica. E lo ha fatto senza cercare scorciatoie e senza preoccuparsi di dispiacere, come ha scritto Loredana Lipperini su La Stampa. Questo ha fatto di lei non solo un’attivista, ma un’autrice vera e una presenza importante nella storia culturale italiana. ”Scrivere”, leggiamo nel vocabolario Treccani, vuol dire tracciare segni che rappresentano fonemi, parole, idee, pensieri, in modo che possano poi essere interpretati, e Michela Murgia ha tracciato e lasciato tanti segni, non solo attraverso le sue opere letterarie e i suoi pamphlet, ma con le sue scelte e la sua tensione etica, con la sua intransigenza e il suo modo schierato di stare al mondo, con i legami che ha creato nella comunità di affetti che la circondava, con il suo modo di essere donna e di essere sarda, e nei mesi scorsi con il suo modo di raccontare la malattia e la morte che sentiva arrivare. Tutte cose destinate a restare anche ora che lei non c’è più, come ricorda Chiara Valerio.
Ha dichiarato Miguel Gotor, assessore alla Cultura di Roma Capitale: Sapevamo della sua malattia ma la notizia della morte di Michela Murgia è un duro colpo per tutti noi che abbiamo apprezzato la sua voce libera e i suoi toni decisi nella difesa dei diritti delle donne, degli ultimi, degli anziani. Aveva parlato con la potenza della sua letteratura del confine tra dolore, morte e pietà. Oggi siamo vicini ai suoi cari e ai suoi familiari e partecipiamo al loro dolore. La città di Roma, dove ha abitato a lungo a Trastevere, troverà il modo per ricordarla.
Molti dei suoi libri, ebook e audiolibri possono essere richiesti in prestito presso le nostre sedi o scaricati dal sito www.bibliotechediroma.it.
Qui Michela Murgia ospite presso la Casa delle Letterature per la presentzione del Libro “Stai zitta. E altre nove frasi che non vogliamo sentire più” (Einaudi, 2021), nell'ambito della rassegna "Donne in Letterature".
Qui alla Biblioteca Mameli alla presentazione di “Morgana, storie di ragazza che tua madre non avrebbe approvato” con Chiara Tagliaferri (Mondadori, 2019) per "inQuiete. Festival di scrittrici a Roma".

