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11

dicembre

Guerriglia nei Castelli Romani

Guerriglia nei Castelli Romani

Presentazione del libro

Diario di guerriglia scritto da Pino Levi Cavaglione tra l'ottobre del 1943 e il giugno 1944. In stile asciutto, scevro di accenti retorici, l'autore denuncia la tremenda realtà della guerra che non ammette indugi e, talora, esclude la scelta e impone la cruda necessità. Uccidere in nome della giustizia, ma di una giustizia umanissima. Guerriglia nei Castelli Romani di Pino Levi Cavaglione si presenta nella nuova edizione per l'ottantesimo anniversario dell'inizio della Resistenza.
 
Intervengono Raffaele Mastrolonardo, giornalista e nipote dell'autore, Lidia Piccioni, docente di Storia contemporanea Sapienza Università di Roma,  Fabrizio De Sanctis, presidente AnpiProvinciale di Roma,  Francesco Maria Fabrocile, ricercatore Fiap. Coordina  Pupa Garribba, giornalista e testimone Casa della Memoria e della Storia.

Iniziativa a cura di Aned, Anei, Anpc, Anpi, Anppia, Circolo Gianni Bosio, Fiap, Irsifar.

 

Giuseppe  Levi nasce a Genova nel 1911. Laureato in legge, antifascista della prima ora, nel 1937 raggiunge gli amici di "Giustizia e Libertà" (GL) a Parigi per arruolarsi nelle Brigate internazionali in Spagna, ma il suo progetto fallisce per l'intervento del padre. Tornato in Italia, nel 1938 è arrestato e mandato al confino. Dopo l'8 settembre 1943 sfugge a Genova all'arresto e si reca a Roma, dove è assegnato alle bande dei Castelli Romani. Dopo la Liberazione diventa Alto Commissario di Genova per l'epurazione. Al termine della guerra fa aggiungere al cognome Levi anche quello della madre, Cavaglione, morta col marito ad Auschwitz. Avvocato, rimane icritto al Pci fino all'invasione dell'Ungheria. Muore suicida il 27 febbraio 1971.