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Gli amici ri-ascoltati: Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino

25 luglio - 1 settembre 2020

Grandi classici per ragazzi da leggere o ascoltare

Questa settimana, per "Gli amici ri-ascoltati", vi proponiamo Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino di Carlo Collodi.

Il 7 luglio del 1881 usciva il primo numero del periodico settimane “Il Giornale per i bambini” e tra le sue pagine si poteva leggere l’episodio iniziale della Storia di un burattino firmato da Carlo Collodi, pseudonimo del giornalista e scrittore fiorentino Carlo Lorenzini.Il Giornale per i bambini”, emanazione del “Fanfulla della domenica”, era stato ideato da Ferdinando Martini con il sostegno di Guido Biagi e inizialmente diretto dallo stesso Martini. 
Al primo episodio di Storia di un burattino ne seguirono altri otto, al termine dei quali Collodi reputò di aver lavorato sufficientemente a questa sua “bambinata” e decise di concludere così la Storia: il burattino Pinocchio, appeso all’albero dal Gatto e la Volpe rivolgeva a Geppetto il suo ultimo pensiero e, non avendo il fiato di dire altro,chiuse gli occhi, aprì la bocca, stirò le gambe e, dato un grande scrollone, rimase lì come intirizzito.
Il finale impietoso scelto dall’autore lasciò sconcertati i giovani lettori che, non senza disappunto, cominciarono a scrivere insistentemente alla redazione del periodico per ricevere notizie e informazioni sul burattino e sulla sua sorte. Le proteste si fecero così insistenti che Ferdinando Martini decise di rassicurare i lettori facendogli sapere che “Il Signor C. Collodi" scriveva "che il suo amico Pinocchio è sempre vivo e che sul conto suo potrà raccontarvene ancora delle belle. Era naturale: un burattino, un coso di legno come Pinocchio ha le ossa dure, e non è tanto facile mandarlo all’altro mondo. Dunque i nostri lettori sono avvisati: presto presto cominceremo la seconda parte della Storia di un burattino intitolata Le avventure di Pinocchio”. 
Era il novembre del 1881 e, seppure controvoglia, Collodi si era impegnato a riprendere in mano nuove e bizzarre avventure del suo giovane burattino. Purtroppo ci volle un anno pieno prima che Lorenzini giungesse alla conclusione che tutti noi conosciamo, quella di un Pinocchio trasformato in “ragazzino perbene”, educato, studioso e pentito dei propri errori. La narrazione riprese infatti nel febbraio del 1882 e, tra pause e silenzi, si concluse solamente nel gennaio del 1883, sollecitata, nel suo procedere a singhiozzi, dai lettori curiosi di seguire le vicende del loro amato burattino.
Conclusa l'opera, la Libreria Editrice Felice Paggi non si attardò a pubblicare in volume Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino e già nel mese di febbraio l’opera veniva presentata corredata dalle illustrazioni di Enrico Mazzanti, necessarie a sostituire i disegni appena abbozzati che avevano accompagnato gli episodi su “Il Giornale per i bambini”.
Quello con i Paggi era per Collodi un rapporto consolidato; gli editori fiorentini, da anni impegnati a promuovere e sostenere l’unificazione nazionale, avevano difatti già coinvolto lo scrittore nella traduzione di alcune fiabe d’oltralpe al fine di farle conoscere ai bambini italiani. Ne erano usciti I racconti delle fate che presentavano le fiabe di Perrault, Marie Catherine d’Aulnoy e Jeanne Marie le Prince de Beaumont, in una lingua spontanea, naturale, vicina alla lingua parlata, la stessa lingua che a distanza di pochi anni avrebbe parlato Pinocchio. Era il 1876 e Collodi iniziava così una carriera di scrittore per l’infanzia. Seguirono le storie di Giannettino e Minuzzolo, titoli che andavano ad arricchire la collana della Biblioteca Scolastica, sin dal 1857, attiva nel sostenere la crescita e la formazione dei giovani bambini italiani. Un progetto al quale Collodi continuò a collaborare nel corso degli anni Ottanta con nuove storie del suo Giannettino. 
Contemporaneamente alla pubblicazione in volume di Pinocchio, Collodi assumeva la direzione de “Il Giornale per i bambini” per mantenerla fino al giugno del 1889 anno in cui la rivista veniva assorbita dal “Giornale dei fanciulli” di Milano.
Superfluo rievocare il successo straordinario cui era destinato il nostro burattino, vogliamo invece ricordare i numerosi libri che, tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento, si diffusero tra gli scaffali delle librerie prendono il nome di “pinocchiate”. Pinocchio divenne infatti il protagonista di avventure tra le più disparate che scrittori ed editori non lesinarono di offrire ai piccoli lettori appassionati del burattino. Tra i più celebri, i Pinocchietti di Ardito Arditi, impegnati ad arrivare sulla luna, piuttosto che al Polo Nord o in Egitto… una produzione che, essendo stata ritenuta minore, è oggi di difficile reperibilità.
Pinocchio resta invece, ancora oggi, uno straordinario strumento di conoscenza; come scrive Antonio Faeti, con lui “impariamo a conoscere noi stessi” e Collodi “non ce ne perdona una, ci sgrida, ci deride. Ma ci mette davanti uno dei più sinceri, profondi, intensi ritratti di noi stessi. E questo è sicuramente anche un atto d’amore”.
 

Come utenti di Biblioteche di Roma, potete leggere o rileggere le storie di Pinocchio in e-book qui, mentre è possibile ascoltare l’audiolibro qui.

 

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