giovedì
28
novembre
Gli agonizzanti e Humoursex: un viaggio tra le donne e le scrittrici di fine Ottocento
Presentazione del libro
Gli agonizzanti, al tramonto di un'epoca entra in scena la donna nuova
Roma, fine Ottocento. Giulio Bessardi è un fervente seguace dell’estetismo puro, in cui non vi è posto per le grevi questioni di ordine quotidiano e la parola “pratico” mai sfiora le curate labbra dell’aspirante asceta estetico. L’ingenua e inesperta Isabella Zerdoni una sola volta ha ceduto al fascino di Giulio, ma tanto è bastato per rimanerne incinta. Proprio questa enorme apparente tragedia dà alla giovane, vissuta sino a quel momento in un mondo ingabbiato, in cui alle signorine di buona famiglia si chiede di obbedire prima al padre e poi al marito scelto per loro, la forza di comprendere che, a dispetto della società e della cultura del tempo, solo lei può e deve decidere per se stessa e per il bambino che forse verrà. E la stessa notizia, ricevuta da Giulio, fa cadere un velo sull’inconsistenza e la vacuità di un mondo che forse non ha mai avuto ragione d’essere, e su coloro i quali ancora si aggrappano a un tempo che fu e che oggi non sono che delle ombre agonizzanti.
Pubblicato nel 1900 da Roux e Viarengo, di questo romanzo non abbiamo edizioni successive e soprattutto passa quasi inosservato anche allora. La cosa non dovrebbe stupire: quale altra sorte poteva toccare a un libro scritto da una donna che lancia una feroce critica nei confronti di una parte della società? Che denuncia l’inconsistenza e la superficialità dei così detti “superuomini” che per quella stessa società sono sinonimo di grandezza e onnipotenza? E soprattutto che afferma che ormai non vi è più posto per loro, e che è arrivato il momento per la donna, in quanto individuo autonomo pensante, di prendersi la scena e di diventare il vero motore del cambiamento.
Humoursex, pratiche di umorismo nelle scrittrici di fine Ottocento
Nella seconda metà dell’Ottocento, quando le donne in Italia costituivano l’unica “provincia irredenta”, succede che alcune scrittrici impegnate nel giornalismo, mondano o di denuncia sociale, in rivendicazioni emancipazioniste e nel movimento femminista mozzoniano maturino l’idea sovversiva di guardare al familiare copione del corteggiamento, della vita matrimoniale, dell’adulterio attraverso la prospettiva dell’ironia. Ne nascono racconti ad alto tasso di umorismo, che ribaltano le quinte del teatrino amoroso dell’epoca, mandando in soffitta Madame Bovary e inaugurando figure di donne capaci di farsi beffe di falsi miti e tabù, e poi di entrare in gioco: ma stavolta con regole scritte da loro.
Così la penna di Matilde Serao dà vita a Checchina che, intrappolata in un matrimonio infelice e decisa a concedere le proprie grazie niente di meno che a un marchese, per raggiungere il suo scopo riuscirà a superare tutte le difficoltà pratiche. Tutte tranne una. E se donna Valentina risponde a tono a chi la vorrebbe preda di un amore esclusivamente carnale, la Francesca di Annie Vivanti cerca di plasmare la propria immagine secondo quell’ideale di perfezione borghese destinata ad accendere gli ardori del suo – possibile? – amante teutonico. Con un esito tragicomico.
Maria Vittoria Vittori
Giornalista e saggista, ha insegnato italiano e storia nelle scuole superiori. Ha curato insieme a Francesca Sanvitale il volume “ Le scrittrici dell’Ottocento”(1995) e ha pubblicato saggi su Elsa Morante, Paola Masino, Luce d’Eramo, Anna Maria Ortese e sulla letteratura d’ispirazione circense. Il suo ultimo libro è “La rivoluzione in pista. Storie di donne, circo e libertà” (2022). Membro della SIL (Società italiana delle letterate) è redattrice di “Leggendaria”e collabora con “L’Indice dei libri” e “Circo”.
Stefania Mariani
ha insegnato Filosofia morale e successivamente Storia della filosofia presso l’Università di Roma La sapienza. Ha pubblicato studi su Auguste Comte, Èmile Durkheim, Henri Bergson. Attualmente collabora con la rivista Leggendaria e cura la rubrica Radio liber, dedicata a narrativa e saggistica, per Radio K55.
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