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Giuseppe Berto, Oh Serafina! Fiaba di ecologia, di manicomio e d’amore
22 aprile - 5 maggio 2021
È fuori catalogo? Lo troverai in biblioteca!
Tra le righe... dei classici che mancano da un po'
Augusto Secondo insiste per continuare a produrre bottoni di madre perla come faceva suo nonno. «Bottoni in plastica, ecco l’affare», gli viene suggerito; «Niente plastica. L’umanità morirà sommersa dalla plastica», risponde lui. Augusto Secondo si ostina a voler salvaguardare il grande parco di alberi che è proprio dietro il capannone della fabbrica, e dal Vigeva - per sapere di chi è figlio Giuseppe (se suo, per l’appunto, o del Vigeva) - ci va in bicicletta perché se si vuole salvare il mondo dalla «morte per inquinamento», è necessario che qualcuno cominci «a spostarsi da un luogo all’altro senza emettere ossido di carbonio». Per questi ed altri motivi sapete dove finirà Augusto Secondo? «Lo sapevo che sarei stato perseguitato a causa del mio amore per gli uccelli», si ritroverà a dire al suo psichiatra; «Ammetta che non è normale», insisterà questi, «E non parliamo poi dei tre milioni mandati a Italia Nostra. Roba da matti!». Sì, avete capito, finirà in manicomio! Insomma, a non essere produttivi, innovativi, a voler contemplare e difendere la natura, e a credere ancora nella bontà degli uomini e nei rapporti umani disinteressati, si finisce internati! Il messaggio di Giuseppe Berto (con questo libro vincerà il Premio Bancarella nel 1974), è più che mai attuale! Per fortuna, Augusto Secondo non è solo: c’è ancora qualcuno che condivide il suo sguardo sul mondo; questa infatti è una fiaba di ecologia, di manicomio… e d’amore.
Giuseppe Berto, Oh, Serafina! Fiaba di ecologia, di manicomio e d’amore, Rusconi, 1978:
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