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Fumetti in pillole

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Fumetti in pillole

19 - 25 febbraio 2021

Rubrica di approfondimento

Nella puntata di oggi scopriremo un fumettista italiano davvero particolare che ha pubblicato con Rizzoli Lizard nel 2019 un interessante graphic novel di carattere autobiografico, dal titolo Italo. Educazione di un reazionario. Vincenzo Filosa, questo il nome dell’autore, è nato nel 1980 a Crotone ed è uno dei massimi esperti in Italia di gekiga, termine giapponese che letteralmente significa “immagini drammatiche”, in contrapposizione al termine manga che invece sta per “immagini divertenti”. Il gekiga è un genere di fumetto, sviluppatosi in Giappone a partire dalla fine degli anni Cinquanta, che si distingue dal manga per i contenuti drammatici e maturi destinati ad un pubblico di lettori adulti, anticipando di alcuni decenni la nascita del cosiddetto graphic novel in Occidente. Per chi volesse approfondire l’argomento, rimandiamo all’accurato articolo di Juan Scassa sul magazine online Fumettologica.

Vincenzo Filosa è tra i principali promotori e divulgatori del fumetto giapponese in Italia. Oltre ad aver raccontato in un graphic novel il suo Viaggio a Tokyo (edito da Canicola nel 2015), si è anche occupato di tradurre opere classiche del fumetto giapponese per il pubblico italiano, lavorando alle collane Gekiga e Doku lanciate da Coconino Press rispettivamente nel 2016 e nel 2018 e traducendo alcune opere di Yoshiharu Tsuge (uno tra i maggiori esponenti del gekiga) per Canicola edizioni.

Filosa, in un’intervista rilasciata a Angelo D. Ascani, spiega che Italo. Educazione di un reazionario non è «una vera e propria autobiografia, anche se ogni sua pagina racconta eventi da me vissuti in prima persona. Italo è in pratica il peggio di Vincenzo Filosa, tutti i peggiori insuccessi infilati come le perline di una collana colorata tutta nera. In questo senso ha davvero tanti punti in comune con le narrazioni di quel genere letterario». I motivi più profondi di Italo sono «l’ascesa, la vittoria dell’italiano medio reazionario e autodistruttivo, l’ipocrisia dell’artista contemporaneo che si fregia di simboli e ideologie di sinistra mentre di concreto non fa che alimentare un’industria che rinnega ogni concetto di solidarietà e dignità del lavoro».

Italo Filone, questo il nome del protagonista e alter ego dell’autore, è un fumettista che non riesce a sbarcare il lunario e si dibatte tra una famiglia che non sa come sostenere e la tossicodipendenza da cui fatica a liberarsi. Tuttavia non è una vittima. Appare ben chiaro fin da subito che lui stesso è l’artefice delle sue disgrazie e della sua frustrazione. Italo non è un clemente e compiaciuto racconto generazionale, tutt’altro: è il ritratto di un uomo maschilista, borioso e arroccato in menzogne e sentimenti di superiorità che servono a celare la sua miseria esistenziale. Italo è un personaggio antipatico, difficile da comprendere e da perdonare, ma andando al di là della semplice narrazione autobiografica, questo romanzo vuole in realtà essere uno sguardo impietoso sulle storture culturali e sociali del nostro paese, nelle diverse declinazioni che queste assumono tra Nord e Sud Italia. Filosa riprende i codici del fumetto giapponese underground e li fa suoi, dando forma a uno stile personale ibrido e difficile da definire, dove convergono elementi del fumetto statunitense e di quello italiano, sia contemporaneo che degli anni Settanta.

Italo. Educazione di un reazionario è disponibile per il prestito su BiblioTu. Invitandovi a scoprire questo interessante autore italiano, vi diamo appuntamento al prossimo venerdì.

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