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Fumetti in pillole

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Fumetti in pillole

29 gennaio - 4 febbraio 2021

Rubrica di approfondimento

Per la settimana della memoria non potevano non parlare di un’opera che ha fatto la storia del fumetto e ha saputo dare forma agli orrori dell’Olocausto attraverso un racconto autobiografico, toccante e provocatorio: si tratta di Maus di Art Spiegelman.

Spiegelman ha impiegato più di vent’anni a realizzare quest’opera che, prima di essere raccolta in un volume unico, è stata pubblicata a puntate, dagli anni Ottanta al 1991, sulla rivista statunitense “Raw”, fondata dallo stesso Spiegelman e da sua moglie Françoise Mouly. L’autore iniziò a lavorare al progetto fin dai primi anni Settanta, basandosi sui racconti di vita di suo padre Vladek, ebreo polacco sopravvissuto al campo di concentramento di Majdanek e a quello di Auschwitz. Maus non è solo la storia di un uomo reduce della Shoah, è anche la narrazione del complesso rapporto che Spiegelman ha con il genitore e che lo porterà, nel corso del racconto, a comprendere più nel profondo cosa significa essere il figlio di un ex deportato.

Il romanzo è suddiviso in due parti: la prima, intitolata Mio padre sanguina storia, narra lungo sei capitoli le vicende dei genitori dell’autore, Vladek e Anja, e il veloce cambiamento delle condizioni di vita degli ebrei polacchi negli anni precedenti l’inizio della guerra; la seconda, composta da 5 capitoli e intitolata E qui sono cominciati i miei guai, racconta invece gli anni successivi, descrivendo la vita dei genitori all’interno dei campi di concentramento. Il passato si alterna al presente, nei momenti in cui lo stesso Spiegelman entra nella storia come personaggio che si confronta con il terribile vissuto di suo padre, mentre vive nella New York di fine anni Settanta. Tutti i personaggi sono rappresentati con fattezze animali: gli ebrei sono topi, i nazisti gatti, gli americani cani, i canadesi cervi, gli zingari libellule, gli inglesi pesci e infine i polacchi come maiali. Come spiega Moni Ovadia in una bella intervista presente su Rai Cultura: “Il topo è quello che scatena nell’uomo la voglia di annientamento: il topo spaventa, terrorizza, è portatore di strane malattie e di affezioni. Questa rappresentazione è stata molto efficace, perché così i nazisti vedevano gli ebrei. Li vedevano come un virus, una piaga, come qualcosa da cancellare: bisognava disinfestare l’Europa dagli ebrei”.

Nel 1992 Spiegelman ha vinto con Maus - prima volta per un fumetto - il Premio Pulitzer, e molti anni dopo, nel 2011, ha pubblicato Metamaus, dove viene raccontato il processo creativo che ha portato alla realizzazione di Maus. Metamaus raccoglie, oltre a disegni, fotografie e sketch preparatori, anche una lunga intervista a Spiegelman e le interviste alla moglie e ai figli. L’edizione italiana, curata da Einaudi, include un DVD con la copia digitalizzata dell’opera originaria e le registrazioni audio delle interviste effettuate da Spiegelman a suo padre.

Su Bibliotu potete trovare sia Maus che Metamaus, mentre tra le risorse open di MLOL, sono disponibili due risorse video in lingua inglese:

- Art Spiegelman (Maus) interview (1996)

- Art Spiegelman Tours His Retrospective at the Jewish Museum (2013)

Vi auguriamo come sempre una buona lettura e vi diamo appuntamento al prossimo venerdì.

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