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Diario di un biblionauta

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Diario di un biblionauta

22 - 28 dicembre 2021

Rubrica di curiosità

Care biblionaute e cari biblionauti, a quale tipologia di utenti pensate di appartenere? La Biblioteca, e in particolare quella di pubblica lettura, costituisce un osservatorio privilegiato per analizzare i comportamenti umani. Il bravo bibliotecario, al pari di un etnologo, attraverso la tecnica dell’osservazione partecipante, ha l’opportunità di trarre spunti di riflessione sulle aspettative degli utenti e sulla percezione che essi hanno del servizio bibliotecario. Ispirati dalla piacevole narrazione di Claudia Bocciardi che nel suo libro "Succede in Biblioteca" con ironia, garbo e grande attenzione professionale ci racconta la varia umanità che si incontra nelle biblioteche pubbliche, proviamo a recuperare dalle sue parole una galleria di archetipi per identificare le caratteristiche principali dei nostri utenti e delinearne comportamenti, bisogni, desideri, problemi, caratteristiche culturali.

Una prima categoria è quella composta da strane e bizzarre figure.

Si va dal padre che regolarmente chiede: "mi consiglia un libro pulito per mia figlia?" (cosa intenda per libro pulito è difficile comprenderlo!), al tizio che periodicamente viene a chiedere sempre il solito libro che, dopo attenta ricerca s’è appurato essere inesistente. C’è poi quello che regolarmente ruba i rotoli di carta igienica nel bagno; quello che richiede una quantità enorme di fotocopie di quotidiani e le infila in un borsone; quella che regolarmente non restituisce i libri perché il cane li mangia; quelli che vengono per dormire: si accomodano sulle poltrone e si fanno straordinarie pennichelle; quelli che gli scaffali se li passano in rassegna tutti e snobbano alla grande l'OPAC in bella vista. Ci sono poi i nervosi, quelli che hanno fretta: non sanno neppure loro dove e cosa cercare. Inquieti per natura, seguono logiche proprie, strane sinapsi neuronali e pretendono d'essere capiti. Quando chiedono aiuto si alterano facilmente se le loro richieste non vengono comprese all'istante. È poi la volta dei decisi e precisi. Si rivolgono subito al catalogo o chiedono immediatamente al personale. Sono di poche parole, fanno il prestito e se ne vanno. Ci sono quelli che mettono per la prima volta piede in biblioteca, entrano e si guardano intorno timorosi, aspettandosi di trovare un posto polveroso e fuori dal tempo e non è difficile cogliere sul loro viso una smorfia di stupore, quando scoprono che invece è una realtà dinamica, colorata e piena di vita. Tra le situazioni più temute, vi è quella definibile come "l'epifania dell'utente scrittore". Si tratta, il più delle volte, di affezionati utenti, zelanti habitués, forti lettori. Un bel giorno arrivano, l'espressione del viso diversa, quasi timorosi tirano fuori il plico: la loro opera prima e vogliono che tu la legga e dia il tuo autorevole parere. Così da bibliotecario sei promosso a critico estemporaneo, un esperto di editing prêt-à-porter e non c'è modo alcuno di sottrarsi. Infine ci sono loro, i clochard. Improvvisamente si presentano certe mattine con il loro voluminoso bagaglio e allora sì, si può essere sicuri che si fermeranno per tutta la giornata. Senza fissa dimora, eleggono come alloggio temporaneo l'angolo più appartato della biblioteca. Spesso dall’aria dignitosa, il fare educato, non disturbano, se non fosse per la puzza verrebbe voglia d'accoglierli con una pacca sulla spalla.

Una seconda categoria di utenti è quella composta dagli studenti. Un caposaldo, una realtà imprescindibile, rumorosa ed assidua.

Gli universitari. Stanziali, abitudinari, quotidiani. Scelgono quasi sempre gli stessi tavoli. Qualcuno arriva di primo mattino ed occupa posti per gli amici: quando finisce i libri, posiziona sui tavoli quaderni, sciarpa, guanti e, se potesse, ci metterebbe finanche i calzini. Fanno a gara a chi si aggiudica il codice civile più aggiornato, il manuale di anatomia più recente, il testo di fisica più richiesto. Una volta sistemato tutto l'insieme si alzano per andare a fumare la prima di una lunga serie di sigarette. Si innervosiscono se entrano le famiglie con i bambini, se i pensionati reclamano il loro posto per leggersi il quotidiano in santa pace, se si chiede loro di spostare la sedia per prendere un libro. Quelli delle superiori invece sono animali più rari e più preziosi, difficili da catturare. Spesso vengono in gruppo per svolgere ricerche assegnate dai loro insegnanti. Molto improbabile che si avvicinino agli scaffali. Assai difficile che chiedano libri. Raramente si accorgono che esistono i bibliotecari.

Una terza categoria è quella degli anziani. Arrivano di primissimo mattino e si disputano i quotidiani in emeroteca. Ci sono gli entusiasti che hanno scoperto che leggere può essere più di un passatempo; i tecnologici che sciorinano con ostentata indifferenza l'i-pad e chiedono le istruzioni per connettersi al wi-fi; i paladini del mugugno che colonizzano l'emeroteca, scorrono le notizie dei quotidiani con l'aria schifata e una smorfia di riprovazione; i forever young che vestono sportivi e propongono nuovi acquisti, tirando fuori ritagli di riviste con schede e recensioni; gli ipocondriaci che cercano nei manuali risposte ai sintomi dei propri mali.

La vita entra in biblioteca in ogni sua forma. Dopo la lunga chiusura dovuta al lockdown, gli utenti poco per volta sono tornati a frequentare la biblioteca. Alcuni però non li abbiamo più rivisti. La biblioteca è fatta anche di assenze, improvvise ed acute.

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