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Diario di un biblionauta
Rubrica di curiosità
Care biblionaute e cari biblionauti, vi siete mai chiesti quali siano i principi fondamentali su cui si basano le biblioteche? Per rispondere a questa domanda, un importante contributo è stato offerto da Michael Gorman, un bibliotecario britannico che con la sua opera “I nostri valori. La biblioteconomia nel XXI secolo” ha redatto un trattato sull'advocacy della biblioteca e della professione del bibliotecario. Il libro, pubblicato per la prima volta nel 2000, è stato ripubblicato nel 2015 con una edizione rivista ed aggiornata al nuovo contesto in cui trasformazioni geopolitiche, economiche, sociali e ambientali di portata globale, intrecciate a trasformazioni tecnologiche - con evidenza particolare per i nuovi sistemi di comunicazione - sembrano mettere in discussione l'organizzazione tradizionale delle biblioteche, se non la loro stessa ragione d'essere. Gorman, che fu anche presidente dell’American Library Association, ha enucleato in modo chiaro e illuminante quelli che sono i valori di riferimento sottesi alla storia secolare delle biblioteche.
La capacità di gestione. I bibliotecari hanno un ruolo importante da svolgere: devono preservare la documentazione umana per le generazioni future.
Il servizio. Tutte le procedure bibliotecarie devono essere improntate all’etica del servizio verso il singolo, le comunità di riferimento e la la società tutta. I bibliotecari devono agire idealisticamente in un'epoca materialista.
La libertà intellettuale. I bibliotecari devono tutelare la libertà di espressione delle minoranze; proteggere la libera espressione del pensiero, anche se le idee in questione contraddicono le proprie convinzioni personali; fare in modo che i servizi della biblioteca siano universalmente accessibili. La libertà intellettuale è uno dei presupposti fondamentali della ricerca scientifica: ogni biblioteca ha il dovere di rendere possibile il libero accesso alle informazioni in modo tale da favorire l’esame critico e aperto dei problemi.
La razionalità. Organizzare e gestire i servizi in modo razionale.
L’alfabetizzazione e l’apprendimento. I bibliotecari devono promuovere la lettura, rendere la biblioteca un centro di alfabetizzazione.
Equità d’accesso alla conoscenza e all’informazione. I bibliotecari devono rimuovere le barriere tecnologiche, economiche e sociali. Tutti, senza discriminazione di provenienza e ceto sociale, devono poter godere del diritto d’accesso alle risorse ed ai servizi della biblioteca. La gratuità del servizio è il principio secondo cui la biblioteca garantisce un accesso equo alle informazioni per tutti, contribuendo così a perseguire l’uguaglianza tra i cittadini, in particolare di chi non possiede privatamente strumenti di ricerca sofisticati e non ha la possibilità di pagare costosi accessi all’informazione.
La Privacy. I bibliotecari devono assicurare la riservatezza dei dati personali; la libertà di accedere a qualsiasi informazione senza l'interferenza di altri.
La democrazia. La Biblioteca deve essere parte attiva nella tutela dei valori democratici nella società; partecipare al processo educativo per garantire una cittadinanza istruita, elemento vitale per la democrazia.
Secondo Gorman questi valori confluiscono in un, chiamiamolo così, super-valore: il bene superiore, “un principio comunitario antitetico all'individualismo, al materialismo e all'egoismo che dominano le società occidentali dei primi del ventunesimo secolo”. Il "bene superiore" gormaniano si affianca alle battaglie per i beni comuni ed ambientali. La cultura e le biblioteche sono beni comuni ed è proprio questa loro caratteristica a giustificare valori come quelli della democrazia, dell'equità di accesso, della libertà intellettuale. In questo senso, essere bibliotecario consapevole non può non voler dire essere schierati anche politicamente a favore di una società aperta, inclusiva, tesa a non lasciare indietro nessuno.

