biblioteche, roma, libri, cd, dvd, prestito, consultazione, autori, editori, scuole, lettura, multicutura, multietnica, internet, wifi, biblioteche roma, biblioteche comune di roma

martedì

16

novembre

Diario di un biblionauta

mercoledì

10

novembre

martedì

16

novembre

Diario di un biblionauta

10 - 16 novembre 2021

Rubrica di curiosità

Care biblionaute e cari biblionauti, avete mai sentito parlare dei “silent book”? La parola stessa, silent book, ci spiega di cosa stiamo parlando: libri senza parole, completamente “muti”, dedicati soprattutto all’infanzia, in cui il racconto si affida esclusivamente alle immagini e alla nostra capacità di raccontarle.

Si leggono le parole, ma anche un disegno, un’emozione, e tutto ciò che l’arte e la fantasia riescono a trasmetterci. In alcuni casi, anche i libri con le parole, hanno immagini così potenti da parlare da sole. Nella relazione adulto-bambino, leggere e raccontare storie ha un valore potentissimo: il narratore adulto impara a sintonizzarsi con la sua parte “infantile” dimenticata; il bambino acquisisce nuove terminologie, amplia la sua conoscenza del mondo e sviluppa la fantasia e l’immaginazione, pronto a diventare a sua volta narratore. Il racconto di un silent book richiede empatia; ci costringe ad entrare in comunicazione con il significato più nascosto del libro raccontando una parte di noi.

Non bisogna pensare che un libro senza parole sia un volume privo di storie, o dalla narrazione semplificata: le immagini, infatti, seguono una precisa sceneggiatura, quasi come in un film. Ogni silent book ha alcune caratteristiche fondamentali. Innanzitutto, per coinvolgere chi lo sfoglia, deve avere immagini chiaramente riconoscibili e, soprattutto, ben collegate tra loro. Poi servono personaggi molto caratterizzati e facilmente individuabili, in modo tale da garantire ritmo e continuità al racconto. Molti adulti sono spaventati dal dover leggere un libro senza parole: “Cosa devo dire?” “E se la mia interpretazione non fosse corretta?”

Non dovete preoccuparvi. È molto più semplice di quanto pensiate. Per il bambino, non fa nessuna differenza che il libro abbia o meno le parole: conta piuttosto il momento in cui si crea insieme una storia, si viaggia con la fantasia. L'unica accortezza che si deve avere è quella di non monopolizzare il racconto, ma piuttosto di aiutare il bambino ad interpretare i significati. Grazie alla loro peculiarità i silent book sono libri per tutti, capaci di superare le barriere linguistiche e di favorire l’incontro e lo scambio tra culture diverse.

Il “silenzio” della parola scritta incoraggia la voce dei lettori e la produzione originale di linguaggio.

Fa parte di

Diario di un biblionauta