biblioteche, roma, libri, cd, dvd, prestito, consultazione, autori, editori, scuole, lettura, multicutura, multietnica, internet, wifi, biblioteche roma, biblioteche comune di roma

martedì

19

ottobre

Diario di un biblionauta

mercoledì

13

ottobre

martedì

19

ottobre

Diario di un biblionauta

13 - 19 ottobre 2021

Rubrica di curiosità

Care biblionaute e cari biblionauti, avete mai sentito parlare di "biblioterapia"? Sebbene spesso il termine “biblioterapia” sia utilizzato in Italia in modo piuttosto riduttivo, questo metodo terapeutico è in realtà un efficace e scientifico insieme di peculiari tecniche interattive di supporto alla salute, che viene adottato con successo in gran parte del mondo. Il termine “biblioterapia” venne usato per la prima volta nel 1916 dal teologo americano Samuel Crothers, ministro della Chiesa Unitaria Universale presso la First Parish in Cambridge. Nel saggio A literary clinic”, pubblicato sulla rivista The Atlantic Monthly, egli coniò questo termine riferendosi alla possibilità di utilizzare i libri come metodo di guarigione.

In realtà, l'ipotesi che la lettura potesse avere effetti benefici risale all'Antica Grecia: Apollo era al contempo il Dio della poesia e il Dio della medicina, infatti nella cultura greca questi due elementi erano strettamente correlati tra loro. Un'altra testimonianza risale all'età ellenistica: all'entrata dell'antica Biblioteca reale di Alessandria d'Egitto era incisa la frase: “Ospedale dell'anima”. L'OMS, l'Organizzazione Mondiale della Sanità, definisce la salute come un equilibrio dinamico tra gli aspetti fisico, psichico e sociale, non semplicemente come assenza di una qualsiasi patologia fisica o psichica.

Parliamo dunque di benessere e di crescita culturale dell'individuo e della società. La biblioterapia si inserisce in questo processo di sviluppo e crescita culturale.

In ambito clinico, essa nasce negli Stati Uniti ad opera del Dr. William Claire Menninger, uno psichiatra che negli anni trenta inizia a prescrivere ai suoi pazienti la lettura di romanzi nell'ambito del trattamento di diversi disturbi psichici. La biblioterapia ha due accezioni: una riferita alla psicoterapia, ossia l'adozione della lettura di libri scelti come aiuto alla persona nell'elaborazione di contenuti cognitivi ed emotivi nel percorso terapeutico; l'altra si riferisce ai percorsi di autoaiuto, di crescita, educazione e di formazione psicologica del singolo e dei gruppi. Questa seconda accezione promuove nel tessuto sociale sinergie e strategie operative efficaci attraverso la partecipazione, la collaborazione e l’integrazione di soggetti diversi, pubblici e privati, singoli e gruppi con l’obiettivo comune di promuovere la Cultura e la Salute.

In ambito psicoanalitico la biblioterapia si colloca all'interno della relazione terapeutica e il libro diventa "un altro luogo" condiviso da paziente e terapeuta, in chiave simbolica, perché un libro si legge "altrove", fuori dallo studio del terapeuta, a casa del paziente o dovunque egli voglia, ma la lettura del testo non è al di fuori del contesto terapeutico e soprattutto della relazione terapeutica.

Un buon libro è strumento di conoscenza, crescita cognitiva, psicologica e sociale; un buon libro è un compagno di viaggio per tutta la vita.

Fa parte di

Diario di un biblionauta