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Diario di un biblionauta
Rubrica di curiosità
Care biblionaute e cari biblionauti, vi siete mai chiesti che differenza c’è tra “libro” e “testo”? Anche se oggi, come abbiamo visto, l'universo documentario è estremamente diversificato, il libro rimane pur sempre il documento che, per antonomasia, rappresenta e definisce la biblioteca. Ma che tipo di documento è il libro? Per dare una risposta a questa domanda dovete spostare la vostra attenzione dalle caratteristiche esteriori al suo contenuto, o meglio al ruolo che esso riveste all'interno dei processi comunicativi.
Il libro è uno dei principali strumenti di rappresentazione, di comunicazione e di trasmissione del sapere. Esso vive due dimensioni diverse della realtà, ha un corpo ed un anima: è costituito da un supporto fisico e da un testo scritto da conservare e da trasmettere nel tempo e nello spazio. Più semplicemente: il libro è un manufatto che contiene un testo; viceversa il testo è una elaborazione concettuale che si manifesta per mezzo di segni depositati su un supporto fisico.
Il libro è quel luogo magico nel quale il pensiero umano, attraverso il processo di scomposizione della scrittura, si fa corpo sensibile, diventa testo, che, a sua volta, attraverso il processo di riaggregazione della lettura, ridiventa pensiero. Il libro è il luogo convenuto dove lo scrittore ed il lettore si danno appuntamento: da una parte lo scrittore scompone il testo in periodi, in frasi, in parole, in sillabe e singole lettere alfabetiche; dall'altra il lettore riaggrega le parole, le frasi e i periodi per percepirne le idee, i concetti, i discorsi.
Come afferma Jorge Luis Borges, se la zappa è il prolungamento della mano dell’uomo, allo stesso modo il libro non è altro che il prolungamento dell’intelletto: esso è una sorta di proiezione all’esterno della mente umana, è una rappresentazione del suo pensiero. Il libro può essere considerato una estensione della memoria: mentre la parola vive l’effimero spirare di un attimo, il testo scritto rimane fissato sulla pagina pronto a sfidare i secoli e le distanze.
Oggi sono molti i profeti della morte del libro, ma, come si sa, i profeti, soprattutto quelli più apocalittici, parlano sempre per paradossi. Il libro ha perso il primato esclusivo di veicolo della comunicazione, ma svolge ancora una funzione autorevole nell’universo variegato dei media. Che fine faranno i libri? Tutti scrivono, pochi leggono. La tecnologia incalza e trasforma le abitudini. La fatidica domanda, “carta o digitale”, è superata. Per chi ancora non se ne fosse accorto, oggi è in gioco l’evoluzione della cultura umana.

