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Diario di un biblionauta

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Diario di un biblionauta

2 - 15 giugno 2021

Rubrica di curiosità

Care biblionaute e cari biblionauti, se tra voi c'è ancora chi immagina le biblioteche come luoghi chiusi, bui e polverosi, frequentati da pochi eruditi dovrà ricredersi. Toglietevi dalla testa l'idea delle biblioteche come posto esclusivo per secchioni un po' nerd e pensatele invece come spazi di libertà, aperti, inclusivi, accoglienti. Le biblioteche sono vere e proprie oasi, luoghi d'approdo, ma anche di ripartenza. Per chiarire meglio il concetto vi racconteremo tre storie: una antica, una moderna ed una contemporanea.

Verso la metà del VI secolo, circa cento anni dopo la caduta dell'Impero romano d'Occidente, Flavio Magno Aurelio Cassiodoro, politico, letterato e storico romano, fondò nei pressi della nativa Squillace, in Calabria, il monastero di Vivarium con la sua biblioteca, che riempì con opere di autori cristiani e pagani che altrimenti avrebbero rischiato l'oblio. In un'epoca in cui il mondo antico aveva ceduto il passo al medioevo, egli volle creare un luogo che potesse diventare un ponte con quell'illustre passato. A Cassiodoro ed alla sua biblioteca venne fatta risalire la prima pietra per la ricostruzione della nostra civiltà.

Bene, ora mettete avanti le lancette del tempo: facciamo un balzo di quasi 1500 anni. Nel 1945, finita la guerra, la giornalista e scrittrice Jella Lepman fa ritorno in Germania da dove nel 1936, a causa delle sue origini ebree, era dovuta fuggire per riparare a Londra. In un paese devastato dalla guerra e tutto da ricostruire, Jella ricevette dal governo degli Stati Uniti l'incarico di organizzare e promuovere un programma di assistenza per donne e bambini. Quell’incarico fu il trampolino di lancio per un’intuizione geniale: decise di rivolgere un appello al mondo libero, chiedendo di donare libri illustrati per bambini, perché in Germania non ne esistevano più, cancellati dal regime nazista. Ma come, penserete voi, anziché preoccuparsi di procurare cibo e vestiti questa incosciente pensa ai libri per bambini? Credeteci, non era una pazza scriteriata, sapeva benissimo quel che stava facendo. Jella era convinta che i libri potessero essere lo strumento di mediazione culturale necessario a sanare una ferita profonda come quella lasciata dalla seconda guerra mondiale: sognava di costruire ponti di libri che unissero i bambini tra di loro, abbattendo le barriere politiche e culturali che il nazismo aveva eretto. Sarebbero stati proprio i bambini “a mostrare agli adulti la via giusta per rimettere a posto un mondo sottosopra”. Di libri ne arrivarono da tutto il mondo con bellissime illustrazioni, comprensibili anche a chi non parlava la lingua del libro, e furono esposti nel 1946 in quella che passò alla storia come la prima “Mostra internazionale dei libri per bambini”. I libri esposti diventarono il primo nucleo dell'Internationale Jugendbibliothek di Monaco di Baviera, la biblioteca dei ragazzi più importante del mondo. Come Cassiodoro quattordici secoli prima, anche Jella intuì che il ponte che avrebbe collegato la Germania al mondo doveva essere fatto di libri.

Infine veniamo ai giorni nostri e trasferiamoci nel punto più meridionale del nostro stivale, nella piccola isola di Lampedusa, luogo remoto e di frontiera, punto d'approdo di uomini, donne e bambini provenienti dal sud del mondo. Nel 2012, la sezione italiana di IBBY (International Board on Books for Young People), un'organizzazione no profit il cui obiettivo primario è quello di promuovere la letteratura per l'infanzia in tutto il mondo, avvia un progetto di cooperazione internazionale per dotare l'isola di Lampedusa di una biblioteca pubblica un po' speciale, piena di Silent Books, libri senza testo ma illustrati, che proprio per questo possono essere letti e compresi da tutti, a prescindere dalla lingua parlata. La costituzione di una biblioteca dedicata ai ragazzi che vivono a Lampedusa ed a quelli che si trovano sull'isola, ospiti del Centro di Prima Accoglienza, aveva una valenza altamente simbolica: un'occasione per portare all'attenzione delle istituzioni e della società civile i bisogni di chi cresce lontano dalla lettura e da quei principi di rispetto e comprensione dell'altro che essa è in grado di stimolare.

Ancora una volta i muri della biblioteca si ribaltano e diventano ponti!

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