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18 aprile - 28 giugno 2023

consigli di lettura

Consigli di lettura di Primavera a cura di Eleonora e Simone, volontari del Servizio Civile.                    

A passeggio con John Keats – Julio Cortázar. Scritto in solitudine a Buenos Aires all'inizio degli anni Cinquanta e pubblicato volutamente postumo come omaggio a un poeta che, scomparso giovanissimo, solo dopo la morte ottenne la sua consacrazione, A passeggio con John Keats è un libro talmente ricco da sfuggire a ogni catalogazione. È sia un saggio, un acutissimo esercizio di critica letteraria - perché solo un poeta può arrivare al cuore vivo e pulsante della poesia di un altro poeta e scriverne senza ridurlo a nozionismo da accademia -, sia un romanzo, la storia di un personaggio di nome Julio Cortázar che, chiuso nella sua stanza, all'ultimo piano di un palazzo di calle Lavalle, a Buenos Aires, notte dopo notte scrive di Keats, e intanto pensa, divaga, ricorda, compilando a margine del suo libro una sorta di zibaldone. È un'opera-mondo: al centro c'è Keats, la sua vita e la sua poesia, ma ci sono anche Buenos Aires, i profumi e le luci della metropoli argentina e le vastità buie e sterminate della pampa oltre i suoi confini, e i poeti amici di Cortázar, i loro versi e le loro discussioni alle tre di notte, avvolti dal fumo delle sigarette e dall'odore del caffè. C'è l'Italia, ci sono Roma, Siena, Venezia, ma anche Genova e Napoli, perché pochi sono riusciti a catturarne l'essenza - i silenzi delle campagne, perché «tutta l'Italia è silenziosa», i colori delle stagioni, l'odore dei vini - come fece Cortázar nei suoi viaggi giovanili, così simili a quelli di Keats attraverso la Scozia. E c'è l'amore, quello che Cortázar scopre quando comincia a leggere le lettere tra John e Fanny Brawn. Il risultato è un'opera fondamentale su Keats ma anche un libro-rivelazione su Cortázar, perché troppo precisa e forte è la sensazione che, scrivendo del poeta inglese, l'argentino stia anche delineando un proprio alter ego con il quale, al netto dell'oceano che divide Buenos Aires e Londra, condivide una certa idea della vita, della scrittura e della missione poetica.

Capitan Michalis – Nikos Kazantzakis. Creta, 1889: a differenza della Grecia continentale che ha raggiunto l'indipendenza, l'isola è ancora sotto il dominio ottomano, ma è pervasa da continui fremiti di rivolta. Nella città di Megalo Kastro (l'attuale Iraklio) la comunità greca e turca convivono tra inevitabili tensioni, in una coralità di voci ritratta magistralmente. Su tutti si stagliano due figure maestose: Capitan Michalis, selvaggio, taciturno e solitario, che rifiuta l'amore e ogni altra gioia finché la patria non sarà libera, e Nurì-bey, il bellissimo e fiero campione dei turchi. Due personalità opposte ma garanti di un equilibrio precario, sancito da un patto di sangue e dal rispetto reciproco. Presto però sarà il sangue a prevalere e a chiamare vendetta. Da una scintilla, esplode di nuovo l'insurrezione. Passioni divoranti, sensualità, eccessi, sfide, coraggio ma anche sogni e tradizioni popolari. Un romanzo a tinte forti, un'epopea della lotta greco-turca, un omaggio d'amore a Creta e all'insopprimibile desiderio di libertà del suo popolo.

La recita di Bolzano – Sàndor Màrai «Un gentiluomo di Venezia!»: così si presenta alla Locanda del Cervo, con gli abiti a brandelli e macchiati di sangue, non avendo con sé altro bagaglio che il suo pugnale e la sua tracotanza, quel famigerato avventuriero in cui i lettori riconosceranno senza esitazione Giacomo Casanova. Ma perché, ora che dopo la rocambolesca fuga dai Piombi potrebbe riprendere la sua esistenza libertina in giro per le corti d’Europa, dove i potenti sono pronti ad aprirgli le porte dei loro palazzi e le donne più belle ad accoglierlo nelle loro alcove, perché proprio ora Giacomo si trattiene così a lungo a Bolzano, in questa città tanto «seria virtuosa»? Perché ha un appuntamento con il destino. Perché lui, che appartiene a quella razza di uomini «che cerca di placare la propria sete bevendo indifferentemente da un truogolo o da un calice di cristallo», sta per incontrare colei che è l’Unica: l’unica donna che abbia amato, l’unica capace, forse, di dargli quella pienezza di vita che solo l’amore può dare.

Il bar sotto il mare – Stefano Benni. Tutto può accadere nel bar sotto il mare. Un bar in cui tutti vorremmo capitare, una notte, per ascoltare i racconti del barista, dell'uomo col cappello, dell'uomo con la gardenia, della sirena, del marinaio, dell'uomo invisibile, della vamp e degli altri misteriosi avventori. Sompazzo, il paese più bugiardo del mondo - Gaspard Ouralphe, il più grande cuoco di Francia - Il verme mangiaparole e l'incredibile storia del capitano Charlemont - La disfida di Salsiccia - Il dittatore pentito - Kraputnyk, il marziano innamorato Priscilla Mapple e il delitto della II C - Il folletto delle brutte figure, il diavolo geloso e la chitarra magica - La storia di Pronto Soccorso e Beauty Case - Il mistero di Oleron e l'Autogrill della morte - Californian crawl - Il pornosabato del cinema Splendor - I capricci del dio Amikinont'amanonami-kit'ama - Arturo Perplesso Davanti alla Casa Abbandonata sul Mare - Il racconto più breve del mondo, la fatale Nastassia e la grande Traversata dei Vecchietti.

Il bottone di Puskin -  Serena Vitale. La storia segreta del duello in cui Puškin perse la vita. «Il montaggio della Vitale è perfetto, generoso e stringente insieme. Da lettere, diari, memorie, rapporti della polizia segreta escono personaggi memorabili, frivole figurette, loschi maneggioni, spie, provocatori, potenti cortigiani, servi sciocchi. È la società stravagante e fastosa che ritroveremo in Tolstoj, ma è anche un coro del teatro classico: informatissimo e profetico, osserva impotente gli eventi precipitare giorno per giorno, ora per ora, dalla commedia, talvolta farsa, di costume, al compimento della tragedia entro un breve spiazzo sgombrato dalla neve, il 27 gennaio 1837».