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Condizione Assange. Quaranta ritratti di Miltos Manetas

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Condizione Assange. Quaranta ritratti di Miltos Manetas

11 maggio - 2 agosto 2020

Sala Fontana di Palazzo delle Esposizioni

La mostra che fino al 2 agosto 2020, è ospitata nella Sala Fontana di Palazzo delle Esposizioni, è costituita da una serie di circa quaranta ritratti di Julian Assange eseguiti da Miltos Manetas tra febbraio e aprile di quest’anno e vuole rappresentare, fra le molte cose dette e fatte in questi  due mesi in tutto il mondo, un particolare, forse paradossale, contributo di riflessione sulla condizione della reclusione e dell’impossibilità dell’incontro.
Un’operazione che coglie, nella coincidenza fra la lunga storia di isolamento – prima da rifugiato nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra, poi, dopo il “sequestro”, nelle prigioni inglesi – di sovraesposizione mediatica e, allo stesso tempo, di riduzione al silenzio di Julian Assange, molte analogie con la condizione vissuta da miliardi di abitanti del pianeta durante il "lockdown".
Non si tratta quindi solo della denuncia di un’ingiustizia, o di un tentativo di richiamare l’attenzione pubblica sulla vicenda di una persona che si è consapevolmente e ripetutamente assunta la responsabilità di rendere pubbliche informazioni segrete e che ora rischia, con l’estradizione negli Stati Uniti, la pena di morte. E neanche di una mostra di quadri di un artista che decide di dedicare la sua pratica a ritrarre un volto “difficile” (sia per la complessità del personaggio sia, come dice lo stesso Manetas, per le sue caratteristiche espressive).

Pur non trattandosi di una mostra digitale, le uniche modalità per conoscerla ed esplorarla restano la sua comunicazione e la sua documentazione attraverso i canali social e digitali di Palazzo delle Esposizioni e il profilo Instagram @condizioneassange creato dall’artista per riflettere e testimoniare le relazioni e i dialoghi nati attorno al progetto. Proprio sotto forma di un dialogo in tre puntate tra Cesare Pietroiusti, a Roma, e Miltos Manetas, a Bogotà, è nato anche un racconto di Condizione Assange che ne ha seguito le varie fasi, anche quelle che solitamente non vengono mostrate al pubblico. Attraverso di esse il dialogo ha esplorato e fatto emergere i diversi livelli di significato dell’operazione: dalla preparazione della sala dedicata ad accogliere le opere, all’attesa dei ritratti nel loro viaggio dalla Colombia all’Italia, fino al loro arrivo e all’allestimento finale della mostra. L’intervista è pubblicata sul sito www.palazzoesposizioni.it.